martedì, Maggio 21, 2024
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Il quartiere di Trenno, a 8 km dal Duomo

Circondata da campi e costruita con edifici moderni, posti per lo più vicini alla parrocchia di San Giovanni Battista, Trenno è una località decisamente verde e assai tranquilla, collegata con Milano con un’unica linea di bus dell’ATM, contraddistinta dal n. 64.

Conserva ancora, per certi versi, la sua aria di un tempo, quasi tipica dei borghi, malgrado venga ora classificata come zona residenziale poiché sono pure presenti costruzioni moderne, fugando purtroppo certi ricordi del suo passato, quando la Trenno agricola era ancora Comune sino al 1923, assorbita da Milano in quell’anno.

Ma certi ricordi storici rimangono inalterati e sovviene agli abitanti del luogo quando il paesino, sotto l’Austria, nel 1816, aumentava la produzione agricola e incentivava anche l’allenamento di bovini. Allo stesso tempo, si allargava territorialmente inglobando Lampugnano con i suoi millecento abitanti.

Le sue cascine, nel corso dell’ultimo conflitto mondiale, costituivano una risorsa quasi indispensabile per i milanesi di allora, i quali, dopo aver pedalato per pochi chilometri a fianco del limpidissimo fiume Olona (è quasi incredibile ricordare questo corso d’acqua privo di impurità) si rifornivano di pollame, latte, uova e qualche chilo di farina di mais. Oggi ne rimangono soltanto due: la Scolari e la Campi.

Il parco di Trenno, creato nel 1972 su una delle proprietà della famiglia Scheibler, e ora denominato parco Aldo Aniasi in memoria del vecchio sindaco di Milano, viene spesso visitato da appassionati di atletica e non solo, ed è frequente meta di gite domenicali.

Il parco ospita il Milan War Cemetery, con le tombe di oltre quattrocento caduti durante la guerra di liberazione (1945), militari appartenuti a diverse nazioni del Commonwealth. Riposa qui un’unica donna: l’infermiera Margareth Helen Fielden, che era stata attivissima presso il General Hospital di Milano.

Concludiamo suggerendovi di visitare la già citata parrocchia (vedi foto). Creata in stile barocco, nel Seicento, custodisce tra i dipinti un’importante “Adorazione dei Magi”, opera del 1650 circa del tedesco Johann Christopher Storer, formatosi alla scuola dei Procaccini, e conosciuto a Milano per i suoi apprezzati affreschi presso la basilica di Sant’Eustorgio.

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