giovedì, Aprile 25, 2024
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Ada Gobetti, scrittrice e partigiana

Nasce a Torino nel 1902 da una benestante famiglia di commercianti e, terminate le scuole medie inferiori, si iscrive al liceo ove conosce il futuro giornalista Piero Gobetti che sposerà, molto giovane, nel 1923 dopo poche settimane di fidanzamento.

Nel periodo prematrimoniale, Ada si lascia coinvolgere da lui, legge i libri che il giovanissimo Piero le propone, lasciandosi al tempo stesso plasmare dalla sua non comune intelligenza. Collabora con lui nel progetto di fondazione del giornale “Energie nove”, quotidiano che vedrà la luce nel 1918 con Piero appena diciassettenne.

Malgrado la coppia proceda in piena armonia sotto ogni profilo, Ada non rinuncia a valutare certe critiche letterarie che spuntano a livello interiore e alla vitalità d’espressione che vede nascere dentro di se’ sempre più prepotentemente. Ma l’amore li tiene sempre uniti anche quando la malattia di Piero, conseguente ad una violenta aggressione fascista, decide di trasferirsi a Parigi per sentirsi finalmente libero.

Ada non lo contrasta e, in attesa di potersi ricongiungere con lui, resta per il momento sola a Torino con il figlioletto appena nato. Purtroppo, nel febbraio del 1926, viene drammaticamente a sapere della morte improvvisa del marito, una morte che Ada non si perdonerà mai e le sue numerose riflessioni sull’accaduto verranno riportate nei suoi “Diari”.

A fatica riesce a reagire all’immenso dolore e continua comunque a vivere a Torino frequentando un circolo di intellettuali che manifestano chiare idee contro il fascismo. Contemporaneamente inizia a insegnare e nel 1937 sposa Ettore Marchesini, di solida cultura e convinto antifascista.

Nel 1943, dopo l’8 settembre, si lancia nella lotta partigiana in compagnia del figlio diciottenne, vivendo emozioni e complesse situazioni che riporterà nel suo “Diario partigiano”, suscitando ammirazione da parte di Italo Calvino.

Superati bene gli anni del dopoguerra, Ada scrive libri per bambini (vedi la “Storia del gallo Sebastiano”) e traduce dall’inglese i libri di Benjamin Spock. Fonda il “Giornale dei genitori” nel 1959 e accudisce con amore i nipotini Andrea e Marta. Abbraccia convinta le idee di Norberto Bobbio e di Galante Garrone.

Nel 1968 si dichiara favorevole agli inizi della rivoluzione studentesca, ma non fa in tempo a commentarli come avrebbe voluto perché si spegne nel marzo dello stesso anno. Restano di lei anche traduzioni dal russo (Tolstoj, Kuprin) e numerose dall’inglese (ad esempio O’Neill, Dickens, Blyton e altre ancora).

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