di U.P.
Fabio Amoroso ama la nostra città. Indubbiamente. Ha creato un blog nel 2009, con lo scopo di raccogliere riflessioni, ricordi e fotografie sul tema della “Milano di un tempo”. Una ricca raccolta di libri, cartoline (oltre 1500) e giornali, oltre alla documentazione oggi più facilmente reperibile su Internet, per far conoscere sia una parte della storia della città, sia come i cambiamenti abbiano influito sulla sua trasformazione.
Secondo Amoroso non si tratta di nostalgia, è solo voglia di non far sparire la nostra storia, il nostro passato. Ecco, qual è secondo lui l’aspetto più stimolante e piacevole di questa rivisitazione della Milano che non c’è più: “scoprire come si presentava la nostra città nel passato, facendo lo sforzo di immaginare luoghi che frequentiamo normalmente, magari ogni giorno, e osservarli come se vi fossimo immersi, luoghi attraversati da strade realizzate con ciottoli e trottatoi, percorse da carri trainati da cavalli e spesso costeggiate da edifici ormai scomparsi, sostituiti da banali supermegacondomini…”
Il suo blog ha avuto ben presto un grande successo e vorremmo anche noi contribuirvi con il nostro piccolo accenno. Ognuno sarà libero di andare su Internet e vedersi le foto che riguardano la zona in cui abita, questo il riferimento: vecchiamilano.wordpress.com. Oltre alle foto si potranno leggere i numerosi articoli che testimoniano del passato della nostra città.
![La via dove abita un nostro Redattore, com'era...](http://ilmirino.demotest.pro/wp-content/uploads/2014/08/ortolani-canonica-300x186.jpg)
Per finire, sentiamo cosa ne pensa lo stesso Fabio Amoroso delle trasformazioni che negli ultimi anni hanno cambiato la nostra metropoli (da un’intervista apparsa sul “Corriere”): «Milano è una città con troppe sfaccettature: chi ha vissuto il periodo bellico dipinge una città ferita, ma sempre “col coeur in man” disposta ad aiutare tutto e tutti; chi invece ha ricordi più recenti racconta la ricostruzione e la ripresa degli anni ‘60 e ‘70, dove la frenesia e la velocità hanno preso il sopravvento. Mi spiace che non possano più esserci testimonianze dei due decenni a cavallo tra la fine dell’800 e l’inizio del ‘900, periodo interessante da studiare per molti aspetti, non ultimo l’impronta architettonica emersa con lo stile Liberty».