venerdì, Aprile 19, 2024
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LA STRAORDINARIA VITALITA’ DI CAVOUR

Il Cavour, in tutte le sue attività politiche e diplomatiche, riusciva a sorprendere tutti, amici e avversari politici, per la sua grande operosità.

Spesso, alle cinque del mattino, era già fuori dal letto. E capitava che a quell’ora antelucana ricevesse le prime visite. Il lavoro, decisamente intenso, non fiaccava mai la sua robusta fibra e, specialmente di mattino, egli sprizzava vitalità da tutti i pori.

Ai primi colloqui con alcuni funzionari, alternava la lettura di libri che riteneva più interessanti, scriveva lettere e si documentava su specifici argomenti anche attraverso la stampa estera. Infatti, il “Times”, il “Morning Post” e l'”Economist” non mancavano mai sul suo tavolo di lavoro.

Una volta sbrigate nel suo studio torinese le cose che riteneva più urgenti, lasciava piazza Castello verso mezzogiorno, per concedersi finalmente un po’ di tranquillità durante l’ora di pranzo. Ma i minuti trascorsi a favola non erano mai molti. Poi si concedeva una breve passeggiata nei dintorni e non era raro che semplici cittadini lo contattassero in tale occasione, avviando se del caso brevi conversazioni.

Durante il pomeriggio era impegnato alla Camera. Sembrava talvolta assente, riferiscono le cronache dell’epoca, ma in molti si convincevano che non perdeva nemmeno una parola dei discorsi pronunciati, tanto che era sempre pronto a replicare laddove necessario.

Dopo cena era nuovamente al lavoro. Insomma, non sapeva cosa potesse nascondere la parola “ozio” ed e’ forse probabile che, durante gli anni della maturità, non conoscesse la tranquillità di una vacanza vera e propria, seppure breve.

Per lui, lavorare sino a quindici ore al giorno era regola di vita. Rispondeva alle lettere che gli venivano recapitate da una persona di fiducia, proseguiva l’approfondimento di certi temi e terminava di documentarsi sulle questioni più importanti.

Ma come poteva entrare in ogni dettaglio dell’attività governativa? Sicuramente ce l’avrebbe fatta se la giornata avesse potuto contare trenta ore e più… A malincuore dovette decidersi, senza peraltro togliere nulla agli altri settori, di dedicarsi specificatamente al campo finanziario e al vastissimo mondo della diplomazia.

In conclusione, vorremmo mettere a confronto la costante diligenza lavorativa del Cavour con certi impegni, a volte blandi, dei parlamentari dei nostri tempi. Verrebbe forse il desiderio di mettere su ognuno dei loro scranni una foto dello statista piemontese, sicuri che il suo raro esempio della più marcata operosità riuscirebbe a fare breccia…

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