giovedì, Marzo 28, 2024
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Mimì Pecci Blunt, straordinaria amante della cultura

Collezionista di dipinti di cospicuo valore e pure distintasi come mecenate, questa importante donna, che ha lasciato la propria impronta nella cultura italiana, nacque a Roma nel 1885 da Camillo Pecci, nipote del papa Leone XIII, e da Silvia Bueno y Garzon, una stravagante aristocratica spagnola.

Nel 1919 sposò Cecil Blumenthal, un ricco banchiere di New York, e nella loro prestigiosa casa, allestita a Parigi, invitavano personaggi famosi come Salvador Dalì, Jean Cocteau, Paul Claudel e pure Pablo Picasso.

Ma anche a Roma, in un ricco palazzo del ‘400, situato in piazza dell’Ara Coeli, ospitavano artisti vari, saggisti e scrittori come Alberto Moravia, Margherita Sarfatti, Giuseppe Ungaretti, solo per citarne alcuni. Mimì Pecci organizzava anche gallerie d’arte ed era al centro di un interessante progetto culturale che prevedeva lo sviluppo dell’arte italiana negli Stati Uniti, a Parigi e a Roma.

Fondò la Galleria della Cometa (ove la “Cometa” rappresentava l’insegna araldica del pontefice Leone XIII) in due sale non molto ampie che ospitavano pure opere proiettate verso l’espressionismo. Nel 1938 la mostra si chiuse con una quarantina di disegni di Vincenzo Gemito, poiché, purtroppo, emergeva tra la critica uno spiccato rancore antisemita, poi rafforzatosi nelle odiose Leggi razziali dello stesso anno.

Tuttavia, una succursale della Cometa venne aperta a New York e il giornalista e critico d’arte Libero de Libero scriveva su Domus”, a queso proposito, la seguente frase (luglio 1938): “E’ la prima volta che nella città di New York, ove le gallerie d’arte francesi dominano il mercato, ci si rende conto dell’importanza della nostra arte contemporanea”.

L’attività culturale di Mimì continuò senza soste. Ritornata a Roma nel 1958 ebbe l’idea di fondare il “Teatro della Cometa”, esprimendo l’auspicio che questo potesse essere annesso al suo palazzo in piazza dell’Ara Coeli. E così fu.

Qui si esibivano giovani cantanti e cabarettisti, tra i quali il poco più che ventenne Enzo Jannacci e la spassosa Franca Valeri tra le sue applaudite interpretazioni della “Signorina Snob” e della “Sora Cecioni”. Insomma, la grande, concreta passione di Mimì Pecci Blunt a favore della cultura e non solo, verrà premiata nel 1960 con una medaglia d’oro da parte del governo italiano e susseguentemente con la prestigiosa Legion d’Honneur (1964).

Si spegne nel 1971 a Laila, in provincia di Lucca, presso la lussuosa Villa Reale che aveva acquistato nel 1923.

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