mercoledì, Aprile 24, 2024
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MARCHE: MODELLO ECONOMICO E RECORD DI LONGEVITA’

di Ugo Perugini

Le Marche si presentano all’Expo di Milano. E lo fanno alla grande, con le eccellenze imprenditoriali che caratterizzano questa terra che rappresenta un modello economico davvero unico. Aziende biologiche, vinicole, olearie, pastarie, manifatturiere (vetro, cappelli, scarpe, ecc.) ormai famose in tutto il mondo, vista la forte crescita dell’export negli ultimi anni.

Ricordiamo che, contrariamente a quello che si pensa, sono le Marche – e non il Veneto – la Regione che nel nostro Paese vanta il più alto livello di imprenditorialità. Con giustificato orgoglio, quindi, il Presidente della Regione, Gian Mario Spacca (nella foto), ha ricordato, insieme alle abilità artigiane e innovative della sua gente e alle ricchezze naturali e artistiche di questi luoghi, la qualità della vita che vi si vive, grazie a un modello alimentare, gastronomico e sociale, che favorisce il benessere delle persone e contribuisce alla loro longevità.

Sì, perché un’altra prerogativa di questa terra è che qui, rispetto all’intera Europa, vive il più alto numero di ultracentenari. Esiste anche un’associazione “Italia longeva” che spiega questi risultati con il giusto equilibrio tra ambiente, alimentazione, territorio e che suddivide la quarta età in anziani e longevi, considerando questi ultimi come coloro che vogliono godersi questa parte della loro vita, in modo entusiastico, positivo e attivo.

Ecco perché le Marche ha preparato un padiglione per Expo 2015 intitolato “La prospettiva di vita” non senza un riferimento a un artista come Piero della Francesca che proprio con la prospettiva compì una grande rivoluzione in ambito artistico.

Il sociologo Aldo Bonomi sottolinea come il tema della longevità vada messo in relazione anche con altri aspetti caratteristici di questa terra, la spiritualità (pensiamo ai numerosi eremi e conventi presenti nelle Marche), la qualità della vita (qui, nasce quella figura originale di “metalmezzadro”, parte contadino e parte operaio, che funge da trait d’union tra rivoluzione industriale e agricoltura) e il gusto per le cose buone e di conseguenza l’attenzione a un’alimentazione che si basa sulla dieta mediterranea, sana e corretta. Ma le Marche non saranno solo all’interno di Expo. Arriveranno a “mangiarsi la città”, come azzarda il sociologo, perché in zona Brera si terranno diversi eventi che favoriranno la conoscenza delle bellezze di questa terra, non ultimo il richiamo alle opere degli artisti marchigiani esposti in Pinacoteca.

 Il padiglione delle Marche all’Expo sarà uno spazio vuoto, dove predomina il colore bianco, una galleria virtuale che si metterà in movimento solo se i visitatori che entreranno nella sala a piccoli gruppi ne diventeranno parte attiva, facendo funzionare  i 15 monitor a disposizione sui quali scorreranno le immagini realizzate da giovani filmmakers. Lo scenografo Giancarlo Basili è convinto che in tal modo sarà possibile trasmettere le emozioni e la magia di un paesaggio, di una storia, di un ambiente colto nel suo scorrere e, soprattutto, dell’identità della sua gente, ottimista, creativa, aperta al dialogo

I temi riguardano “La Potenza del saper fare”, che si sofferma sul valore della professionalità e dell’innovazione, resa esemplare dalla Fattoria Petrini, che da oltre 50 anni produce ed esporta oli pregiati in tutto il mondo; la “Potenza della Bellezza” nei paesaggi della riviera del Conero, delle architetture, delle facciate e degli interni da Ascoli a Loreto e “La Potenza del Limite e del futuro”, che viene rappresentata dalla  società Loccioni, una smart community, che guarda al domani proponendo un giusto equilibrio tra sostenibilità ed efficienza energetica.

Il nostro è solo un breve e, per forza di cose, limitato assaggio delle proposte studiate da Regione Marche. Il pubblico avrà il compito non facile di cogliere i numerosi input che arrivano da questo territorio lasciandosi coinvolgere, senza dimenticare il motto che racchiude la filosofia di fondo di questa terra: “Il nostro futuro ha radici antiche”.

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