venerdì, Marzo 29, 2024
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L’ORSO M25 SPARITO CON IL SUO RADIOCOLLARE

di Carlo Radollovich

Nel marzo scorso (vedi “ilMirino” del 6/3) davamo notizia che il corpulento plantigrado M25 (centotrenta chili, quattro anni d’età), battezzato M25 per essere stato il venticinquesimo maschio identificato attraverso il DNA, si era risvegliato abbastanza in anticipo dal suo letargo invernale (area tra Sondalo e Grosio).

Aveva subito sorpreso un asino fuori da una stalla e, complici i morsi della sua grande fame dopo un inverno trascorso nel più completo digiuno, l’aveva attaccato e divorato con appetito.

Purtroppo, dalla fine di marzo, l’orso risulta scomparso e con lui tutti i segnali GPS del suo radiocollare. Le ricerche effettuate sono state finora senza esito, malgrado il personale della Guardia Forestale (nonché un sorvolo con l’elicottero sull’intera area) abbia tentato più volte di stabilire un contatto.

Si è anche tentato di individuare nei boschi ciuffi di pelo o tracce di escrementi, ma nulla è stato avvistato.

Si potrebbe addirittura ipotizzare, tra timori e sospetti, che il plantigrado sia addirittura morto. Forse ucciso e il radiocollare distrutto ?

Se il povero orso venisse rintracciato privo di vita in qualche anfratto delle montagne, assisteremmo ad un’autentica sventura. Infatti ciò starebbe a significare che contadini e abitanti della Comunità montana dell’Alta Valtellina non ritengono opportuno convivere con l’orso e magari nemmeno con il lupo, la cui presenza, per contro, è sinonimo di natura, di ecologia e di contatti con lo stesso ambiente alpino.

Insomma, dopo la Svizzera, sembra che anche l’Italia non sia più in grado di amare l’orso bruno. Sì, perché anche i due orsacchiotti figli di Daniza, l’orsa uccisa la scorsa estate in Val Rendena da una dose eccessiva di anestetico, sembrano svaniti nel nulla.

Come già accennato in passato, l’orso non crea alcun pericolo per l’uomo (a meno che venga attaccato o disturbato in presenza della prole). Se ne sta anzi accuratamente alla larga. Ciò non di meno, tutto il bestiame abbattuto dal plantigrado viene risarcito dallo Stato. Occorre soltanto avviare le necessarie pratiche per il rimborso.

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