giovedì, Maggio 2, 2024
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L’IMPRESA DI GUIDO MONZINO NEL 1971

di Carlo Radollovich

Giovedì 19 maggio, presso la Villa del Balbianello, a Lenno, sul lago di Como,  un edificio settecentesco acquistato e fatto restaurare da Guido Monzino nel 1974, verrà ricordato il 45° anniversario della storica impresa compiuta da questo straordinario personaggio: la prima spedizione italiana in grado di raggiungere il Polo Nord con mezzi tradizionali ossia con slitte trainate da cani.

In tale occasione sarà proiettato un film girato dalla Rai sull’evento che tuttavia all’epoca non venne trasmesso perché avrebbe potuto rivestire, in tempo di elezioni, un certo significato politico.

Oltre al conte Guido (vedi foto), esploratore e già direttore generale dei Magazzini Standa, tale spedizione al 90° parallelo era composta dal cileno Arturo Aranda Salazar, vicecapo della spedizione, da Mirko Minuzzo, abile guida valdostana e sergente degli Alpini, da Rinaldo Carrel, ben nota guida del Cervino, da due tecnici danesi assai impegnati nelle trasmissioni radio e da ventidue guide eschimesi.

Le slitte, in totale 23, erano trainate da più di trecento cani, per i quali era stato approntato uno speciale alimento vitaminico composto da carne e pesce in polvere. La marcia si presentò da subito decisamente difficoltosa perché la banchisa, al di là delle consuete irregolarità, si presentava spesso interrotta da canali e canaletti, con temperature da brivido, spesso inferiori ai -45°C.  Il 19 maggio venne raggiunto il Polo e la strada del ritorno si presentò ancora più ostica e difficile. Infatti, la banchisa appariva sempre meno compatta e i canali da superare sembravano infiniti. Dopo settanta giorni di cammino durissimo e dopo aver affrontato, sempre con le slitte, qualcosa come 5000 chilometri, la marcia finalmente si concluse il 20 giugno.

Guido Monzino verrà ricordato come uomo di carattere straordinario e anche per un’altra gravosissima spedizione: la conquista dell’Everest da parte italiana, con il coinvolgimento delle forze armate del nostro Paese. Malgrado il tempo pessimo per le forti nevicate, furono piantate due tende all’ultimo campo, a 8510 metri di quota. Da lì partirono, il 6 maggio 1973, accompagnati da tre sherpa, Rinaldo Carrel, Mirko Minuzzo, Virginio Epis, Claudio Benedetti e il carabiniere Fabrizio Innamorati. La vetta fu raggiunta in data 7 maggio.

Guido Monzino, poco prima di morire, sessantenne, volle che la Villa del Balbianello e il parco annesso fossero donati al FAI, Fondo Italiano per l’Ambiente.

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