giovedì, Aprile 25, 2024
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Lella Lombardi, un grande amore per i motori

Maria Grazia Lombardi, questo il suo vero nome, nata in provincia di Alessandria nel 1941, è stata la prima donna, unitamente a Maria Teresa de Filippis (1926 – 2016) a schierarsi alla partenza di un Gran Premio di Formula 1. Ne corse in totale 12 e fu l’unica a conseguire punti in classifica, esattamente 0,5 punti nel 1975.

Era infatti a bordo di una March-Ford, in occasione del Gran Premio di Spagna. Su 26 corridori iscritti, tagliarono il traguardo solo 6 macchine. La maggior parte delle vetture fu appiedata da rotture del motore o da vari incidenti (tra cui lo spaventoso volo di Rolf Stommelen verso le tribune che costò la morte di quattro spettatori).

Lella si esibì nel corso di due stagioni di corse (1975 – 1976) qualificandosi per la partenza in 13 casi su 17. E quel mezzo punto conquistato nel GP di Spagna è comunque da incorniciare perché fu l’unico raggiunto da una donna, prima e dopo di lei.

Una notizia che fa rabbrividire. Quando decise di ritirarsi dalla F 1, diversi suoi colleghi furono felici. Non perché di lei temessero i punti conquistati in classifica, ma semplicemente per motivi di “orgoglio”. infatti, giungere eventualmente dopo di lei al traguardo, per il mondo maschilista dell’automobilismo sarebbe risultato quasi un “affronto” o comunque motivo di grande imbarazzo.

Lasciata la Formula 1, Lella Lombardi decise di non abbandonare le corse iscrivendosi con successo ad altre categorie automobilistiche. Vinse la Coppa Florio in Sicilia, partecipò alla “6 ore di Vallelunga”, alla “6 ore del Mugello e alle “6 ore di Silverstone”.

In molti elogiarono la sua guida, giudicata tecnicamente assai “morbida”, nel senso che Lella sapeva sfruttare la vettura nei tratti di strada abbordabili, senza tuttavia mai strapazzarla. Al di là della sua passione per le macchine, la apprezzavano per la sua volontà ferrea e soprattutto per le sue grandi capacità al volante.

Il suo immenso amore fu senz’altro quello dedicato ai motori. Basti pensare che a soli dieci anni era già in grado di guidare e che a diciotto affinava sempre più il modo di condurre auto trasportando carni dell’azienda di famiglia da Frugarolo (Alessandria) sino alla Riviera ligure attraverso strade e stradine particolarmente tortuose.

Nel 1988 i primi sintomi di una malattia senza scampo la preavvertirono che il tempo delle competizioni sportive stava per concludersi. Ma coltivava ancora un segno, malgrado il tumore stesse sempre più avanzando, confidando agli amici più cari: “Fatemi ancora vivere nel mondo delle corse”. Ci lasciò per sempre nel marzo del 1992 a soli cinquantuno anni.

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