Il ricercatore storico Giuseppe Pallanti, unitamente al critico dell’arte Martin Kemp, confermava nel 2017 che non sussisteva alcun dubbio sulla paternità del piccolo Leonardo da parte di ser Piero, ma ipotizzava che la madre, della quale si sapeva molto poco, sarebbe stata in origine una schiava.

Infatti, si scopri’ che Caterina de Meo Lippi, la presunta madre del genio, così chiamata da Martin Kemp, sarebbe stata in vita una povera diavola, la quale, nell’ultimo anno della sua esistenza, raggiunse Leonardo a Milano, alla corte di Ludovico il Moro.

Alla sua morte, Leonardo avrebbe pagato, grazie alla decifrazione di un foglio autografo, le spese funerarie relative ad una certa Caterina, facendola seppellire presso la chiesa di San Francesco Grande, chiamata anche Basilica di San Nabore, demolita nel 1806, ove venne dipinta la famosa “Vergine delle rocce”.

Ora, il biografo Carlo Vecce dice di più. La donna, in base ad un documento inedito scoperto nell’archivio di Stato di Firenze, sarebbe stata una profuga straniera, nata tra i monti della Caucasia, accompagnata in Russia e più tardi a Bisanzio (l’attuale Istanbul). Successivamente venne portata a Venezia per poi proseguire verso Firenze in compagnia di un certo Donato.

Ser Piero la assunse come balia della propria figlia Maria, liberandola dalla sua condizione di schiava, e lei si occupava pure di altri bimbi nonché di faccende domestiche. Poiché veniva pagata profumatamente, si ritiene che possa essere diventata l’amante di Ser Piero.

Insomma, ser Piero è padre certo di Leonardo, ma ancora qualche dubbio, in attesa di ulteriori verifiche, sussiste per quanto riguarda la madre. Comunque, Carlo Vecce, autore del libro “Il sorriso di Caterina”, scrive che il sorriso dipinto da Leonardo in tutte le sue donne, Gioconda compresa, potrebbe essere quello della stessa Caterina.

Di certo, sembra che questo romanzo possa verosimilmente riempire quegli spazi vuoti che la storia non ci racconta ed è in ogni caso chiaro che la figura di Caterina assumerà anche in futuro un ruolo sempre più centrale, in attesa di sostanziali verifiche che il complesso mondo di Leonardo Da Vinci potrà fornirci anche sotto il profilo materno.

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