domenica, Dicembre 8, 2024
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Dormire poco e male: la colpa è (anche) dei denti

Dormire 8 ore a notte è un’abitudine che incide positivamente sulla salute: molti, però, lottano con difficoltà di addormentamento e risvegli notturni e precoci…

…Non tutti sanno che, a volte, la qualità del sonno può essere legata alla salute orale: in Italia sono 7,5 milioni le persone che soffrono di dental sleep disorders, disturbi del sonno che si originano dalla bocca e risultano fastidiosi e invalidanti. In occasione della Giornata mondiale del sonno (17 marzo), Straumann Group – leader globale in implantologia e nelle soluzioni ortodontiche che ripristinano il sorriso e la fiducia – e la dottoressa Laura Paini, medico chirurgo specialista in odontostomatologia e ortognatodonzia, hanno messo in luce questa problematica spesso sottovalutata.

Innanzitutto, bisogna sottolineare che è nei tessuti molli e nell’ostruzione delle vie aeree l’origine di tutto: un fattore che determina i diversi disagi del sonno. Tra i più comuni, visono le apnee ostruttive del sonno, ovvero momenti di pausa nella respirazione dovuti ad una chiusura delle vie aeree: solitamente si verificano da 5 a 15 episodi per ogni ora di sonno, hanno come sintomo l’improvviso risveglio, il russamento, il bruxismo e possono provocare complicanze metaboliche, cardiovascolari e neurologiche, aumentando il rischio di ictus, ipertensione arteriosa, coronopatie e aritmie, diabete. “Sono dovute ad una riduzione del volume delle vie aeree, che può verificarsi a causa di malocclusione dovuta a palato stretto o arretramento mandibolare oppure per via del rilassamento dei tessuti molli del palato, tipico, per esempio, nelle donne in post menopausa – spiega la dottoressa Paini – Ecco perchè l’ortodontista assume un ruolo fondamentale da sentinella”. Uno studio, inoltre, ha evidenziato come chi ha pochi denti nella zona posteriore della bocca rischi di soffrirne in misura maggiore: questo status può portare ad una diminuzione del volume nelle zone retrofaringee, ostruendo le vie aeree[1]. Ecco perchè l’implantologia dentale e gli impianti adeguati possono diventare essenziali per una qualità di vita migliore.

Un ulteriore sintomo è il bruxismo notturno, che consiste nel digrignamento involontario dei denti e può portare alla loro scheggiatura e frattura, con danni perfino dal punto di vista articolare. Anche la macroglossia, ovvero l’ingrossamento eccessivo della lingua, fa la sua parte nel disturbare i nostri momenti di riposo: una lingua voluminosa, infatti, può ostruire le vie aeree e interrompere il sonno.

Ci sono alcuni sintomi, infine, che possono essere indicatori di una qualità del sonno non ottimale derivata da problemi alla bocca, come ipersalivazione e xerostomia, ovvero secchezza del cavo orale.

Un filo rosso che collega queste condizioni è la respirazione orale. La conferma arriva da uno studio effettuato su bambini dai 6 ai 9 anni: il 59% dei piccoli pazienti tende a respirare a bocca aperta e, tra questi, è stata constatata un’alta percentuale di malocclusioni, carie, bruxismo e apnee notturne ostruttive[2]. Respirare a bocca aperta e non con il naso, infatti, può portare diversi effetti negativi: “Ad esempio, un abbassamento del PH, che genera una maggiore incidenza di carie”, conferma la dottoressa Paini. Tutte le persone che soffrono di disturbi del sonno e bruxismo dovrebbero evitare di dormire in posizione supina: “Dormendo in questa posizione si potrebbe verificare una caduta all’indietro dei tessuti molli, con l’ostruzione delle vie aeree, intaccando il riposo – rivela la dottoressa Paini – Questo è un accorgimento che dovrebbero considerare anche le persone che russano, perchè il russamento porta ad una vibrazione dei tessuti molli. È importante, quindi, imparare a dormire sul fianco per avere una respirazione migliore”.

Gestire e combattere i dental sleep disorders è possibile. “Nel caso delle apnee ostruttive, ad esempio, considerando che l’aria non passa e il sangue non si ossigena, è bene riportare ossigeno in circolo attraverso un ampliamento delle vie aeree – spiega la dottoressa Paini – Per farlo, esistono diverse armi a disposizione dei professionisti del dentale, come dispositivi terapeutici che possono lavorare sull’avanzamento mandibolare, bite e allineatori trasparenti che lavorano sulla funzione dei denti riposizionandoli nel modo corretto. L’ultima strada è  quella di intervenire chirurgicamente sui tessuti molli, modificando la conformazione del palato o della lingua”.

Come per molte altre sfere della salute, la prevenzione ha un ruolo fondamentale per evitare lo sviluppo dei disturbi del sonno.

Sarebbe bene lavorare molto sui bambini, così da evitare che sviluppino una problematica respiratoria e, a lungo termine, disturbi del sonno – consiglia la dottoressa Paini – Con loro è possibile intervenire sulla crescita delle ossa mascellari, laddove necessario, mentre negli adulti si interviene da un punto di vista terapeutico, non preventivo. Per questo motivo è importante che l’odontoiatra legga i segnali giusti nei piccoli pazienti”.

Fondamentale, quindi, l’intervento dei professionisti: se un bambino dorme con la bocca aperta, una visita dall’ortodontista (ma non solo) potrebbe essere la soluzione; gli adulti, invece, dovrebbero stare attenti ad alcuni segnali come russamento, abrasioni dentarie, risvegli ripetuti e con contrazioni facciali e momenti di grande stress, riportandoli allo specialista di fiducia.

I dental sleep disorders, dunque, riguardano diverse aree della salute e, in quanto tali, hanno bisogno di essere messe all’attenzione dei professionisti giusti. Secondo la dottoressa Paini, gli specialisti da contattare in caso di sintomatologie e condizioni simili e che dovrebbero lavorare con un approccio multidisciplinare, sono:

Il neurologo e i centri del sonno per una prima verifica su un’eventuale cattiva qualità del sonno;

L’otorinolaringoiatrache interviene specialmente nella diagnosi e cura delle apnee ostruttive del sonno;

L’odontoiatra, che si occupa di prevenire, diagnosticare e curare le patologie che colpiscono il cavo orale e che può riscontrare i primi segnali durante le visite con i pazienti;

L’ortodontista, che si occupa nello specifico di malocclusioni (tra i primi segnali dei dental sleep disorders) e può intervenire con presidi terapeutici idonei a risolvere il problema.

                                                                                      

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