sabato, Luglio 27, 2024
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ASSEGNO MATERNITA’ ANCHE PER LE MAMME CHE NON LAVORANO

Lorenzo Annoni del CDU informa che in base all’art. 49 della Legge n° 488/99, anche le c.d. donne non lavoratrici, ossia quelle donne che durante la gravidanza e al momento del parto non hanno in corso alcun tipo di rapporto di lavoro, ad esempio le casalinghe, le disoccupate e le studentesse, hanno diritto ad un assegno di maternità una tantum dell’importo di circa 1.700 euro a carico del proprio Comune di residenza, al quale però lo devono richiedere entro i sei mesi dalla nascita del figlio, altrimenti perdono questo diritto a un pur minimo riconoscimento sociale ed economico della loro maternità.

L’obiettivo politico del CDU è che la tutela economica di maternità, ossia un periodo di maternità retribuito di almeno un anno, sia previsto per tutte le donne in dolce attesa e NON SOLO per quelle che, oltre ad essere incinte, hanno anche un lavoro dipendente a tempo pieno o autonomo al momento della gravidanza, in quanto la tutela economica di maternità NON può essere una appendice del rapporto di lavoro in essere, variabile in relazione alla tipologia contrattuale. Deve esserci infatti il giusto riconoscimento da parte della società per ogni donna che mette al mondo un figlio, il quale necessiterà delle cure da parte della madre durante il suo primo anno di vita, ma che lo stesso un domani contribuirà allo sviluppo dell’intera società.

«In questo momento di dura crisi economica – sostiene l’esponente milanese CDU Lorenzo Annoni –, con il relativo aumento di giovani donne disoccupate e non occupate, è molto importante fare conoscere l’esistenza di questo assegno di maternità, per evitare che alcune, non conoscendone l’esistenza, non lo richiedano al loro Comune di residenza nel previsto termine di sei mesi dalla nascita del figlio e finiscano così con il perdere dei soldi necessari a loro stesse e al loro neonato.  Inoltre – prosegue Annoni – questa difficile situazione occupazionale può essere l’occasione propizia per ripensare al trattamento economico e normativo della maternità, al fine di arrivare ad avere una efficace e duratura tutela economica per tutte le donne in dolce attesa».

 

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