sabato, Novembre 23, 2024
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Seduta sospesa dallo psicologo per i bambini a rischio

Io speriamo che me la cavo.

Chi non ricorda il film diretto da Lina Wertmuller e interpretato da Paolo Villaggio che raccontava il degrado di un paese napoletano e il difficile rapporto fra maestri e alunni.

Da quel film sono passati oltre trent’anni eppure il fenomeno della dispersione scolastica ha continuato a diffondersi, principalmente nelle periferie e basta guardare i numeri per capire che grave problema sia:

  • Nel 2022 il 9,7% degli studenti con un diploma superiore si è ritrovato nella condizione di “dispersione implicita”, ossia mancante delle competenze minime necessarie per accedere al mondo del lavoro o dell’università.
  • Il 12,7% dei minori ha abbandonato precocemente gli studi, interrompendo il proprio percorso scolastico prima del diploma.

La situazione in Lombardia sembra essere meno grave, ma rimangono zone periferiche dove il problema non può essere trascurato.

“Sono ormai diversi anni -spiega Massimiliano Salierno, direttore di ANPIL, una Onlus che porta avanti diversi progetti in Italia e all’estero- che abbiamo avviato azioni incisive per non lasciare soli gli adolescenti. Gallaratese, Quarto Oggiaro, Bovisa sono quartieri a rischio, dove i ragazzi delle scuole elementari e medie più che disertare i banchi, si limitano, diciamo così, a riscaldarli. Mi spiego meglio: i servizi sociali da noi funzionano bene e ripetute assenze farebbero scattare l’allarme. Per questo motivo, il problema non è tanto esserci nelle aule, ma come starci. I ragazzi mostrano disinteresse e questo segna il loro destino. Inevitabilmente.”

Per questo motivo l’Associazione ANPIL ha aperto, nel 2010, lo Spazio Ascolto Famiglie, un luogo dove operatori professionali prendono in carico non solo i bisogni dei bambini e degli adolescenti, ma di tutto il contesto familiare.

“I problemi che emergono -afferma Michele Augurio, che dello Spazio è il responsabile– sono soprattutto di carattere relazionale fra moglie e marito e fra genitori e figli. Abbiamo un percorso di auto mutuo aiuto in cui 20 nuclei si confrontano sulle più disparate problematiche. Parlare, sentirsi capirti, confrontarsi, condividere è una medicina potentissima. Fa comprendere che quelle difficoltà, che magari turbano la serenità quotidiana, sono le stesse che vivono altre persone e questo ha il potere di creare empatia, di non sentirsi più soli e di pensare che quella montagna che sembrava invalicabile forse è affrontabile”. 

La solitudine rimane, del resto, un elemento importante e la tecnologia ha sicuramente influenzato negativamente questa condizione. Si portano avanti progetti, amicizie, rapporti a distanza ma alla lunga pesa la mancanza di contatto umano, mancanza che sicuramente la pandemia ha ampliato.

“Nei nostri vari progetti –dice Salierno– abbiamo notato come la solitudine sia ormai un sentimento costante e pericoloso. Per questo, abbiamo ritenuto che fosse arrivato il momento di sostenere gli adolescenti della nostra zona con un supporto psicologico. Un supporto che fosse, diciamo così, studiato su misura e che quindi andasse oltre il nostro spazio di ascolto. Non tutti, però, potevano permettersi di accedere a un aiuto del genere perché ha un costo. Per questo, abbiamo deciso di adottare un metodo che, da decenni, si adotta a centinaia di chilometri da noi. E così siamo passati dal caffè alla seduta sospesa. Chi vuole insomma può pagare un trattamento di questo tipo a chi non ha i soldi per poterlo fare. La risposta è stata incoraggiante. In tanti, hanno voluto aderire all’iniziativa e ora si aprono spazi interessanti. Anche perché quello che stiamo provando ad arginare è una vera e propria questione sociale che riguarda le nuove generazioni ed è quindi destinata a segnare gli anni a venire.”

Per qualsiasi altra informazione: https://anpil.org/

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