di Ugo Perugini
Non era mai stata realizzata una Mostra su Marc Chagall completa e approfondita come quella che si è aperta il 17 settembre a Palazzo Reale e che sarà visitabile fino al 1° febbraio 2015. Questo è un fatto, ed è anche il motivo per cui, dopo Milano, l’esposizione approderà a Bruxelles al Musées royaux del Beaux-Arts de Belgique.
Si tratta di una retrospettiva 1908-1985, promossa dal Comune di Milano-Cultura, organizzata e prodotta da Palazzo Reale, Sole 24 Ore Cultura, Arthemisia Group, GAmm Giunti e curata da Claudia Zevi con la collaborazione di Meret Meyer, nipote dell’artista.
La Mostra partecipa al programma “Milano Cuore d’Europa”, organizzato per il semestre italiano di Presidenza europea, e la figura di Chagall ben si presta a incarnare questo spirito europeo considerata la sua vita di “apolide” passato tra la Russia, la Francia, la Germania, a parte l’esilio negli Stati Uniti durante la guerra.
Con oltre 220 opere, l’esposizione fornirà spunti interessanti e in gran parte inediti per approfondire la figura dell’artista. L’allestimento ha richiesto circa tre anni anche perché si è cercato di recuperare, insieme ai capolavori provenienti dai maggiori musei del mondo, anche opere non conosciute al grande pubblico, facenti parte di collezioni private (un quadro proviene da Toronto, un altro dal Giappone), attraverso laboriose trattative.
La Mostra è suddivisa in ordine cronologico in 15 sale: dalle prime opere russe al viaggio a Parigi, il rientro in Russia, il viaggio a Berlino, la raffigurazione del mondo ebraico, l’amore per la moglie Bella, l’esperienza del teatro, il rientro in Francia, le favole di La Fontaine, i fiori, i venti di guerra, la musica, il ritorno in Francia e gli anni di Nizza.
In questa azione di analisi dell’artista ci viene in aiuto anche la scoperta recente delle sue Memorie, che saranno pubblicate a breve, nelle quali si riesce a cogliere la complessità della sua personalità e la sua vena poetica e favolistica. Si è parlato di meticciato nell’opera di Chagall per via delle influenze diverse di cui egli fu debitore: la cultura ebraica, quella russa, la pittura francese d’avanguardia, l’amore per Rembrandt. E’ vero, come è vero che tutti questi stimoli contribuirono ad arricchire il suo linguaggio senza fargli perdere il cuore di bambino che conservò fino alla sua fine (mori a 98 anni).
Nonostante tutte le vicissitudini che attraversò durante la sua lunga esistenza, Chagall mantenne vivo lo stupore per la bellezza della natura, la fiducia nell’umanità, la speranza in un mondo migliore. Come non ricordare la sua attenzione ai fiori, agli animali ma anche alle persone, descritte quasi sempre in un‘aura favolistica, debitrice dei ricordi delle immagini popolari russe e delle icone religiose.
Il rapporto complesso di Chagall tra cultura ebraica e cultura cristiana sarà approfondito da una Mostra collaterale a quella di Palazzo Reale che si svolgerà al Museo Diocesano, nel quale saranno esposte 22 gouaches preparatorie per un lavoro di illustrazione della Bibbia, oltre a dipinti, sculture, ceramiche e vetrate. Un’ala del Museo è stata trasformata in un’ideale Arca, che contiene le sue interpretazioni artistiche della narrazione biblica.
Orari: lunedì 14,30 – 19,30 Martedì, mercoledì, venerdì e domenica 9,30 – 19,30 Giovedì e sabato 9,30 – 22,30
Ingresso: 12,00 euro intero, 10,00 euro ridotto, 6.00 euro ridotto speciale. Esistono però sconti collegati alla visita ad altre due mostre “Segantini” e “Van Gogh.L’uomo e la terra”.
Catalogo realizzato da GAmm Giunti – 24 Ore Cultura