martedì, Dicembre 24, 2024
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“Un po’ miei… un po’ vostri”: l’ultimo libro di Alessandra de Angelis racconta la forza delle parole

Il lockdown di un anno fa ha messo tutti noi a dura prova: ci siamo ritrovati bloccati, chiusi all’interno delle mura di casa, intrappolati. E se per un po’ le serie tv, la cucina e i canti dal balcone ci hanno intrattenuto, ad un certo punto siamo stati travolti da una valanga di emozioni che ci hanno portato a riflettere sulla nostra quotidianità distrutta, sulle abitudini messe in stand-by, sulla vita di sempre che in quel momento vacillava in preda all’ignoto.

Ma c’è chi, da quel turbinio di emozioni, ne ha ricavato qualcosa di bello: un libro.

Sì perché Alessandra de Angelis ha raccolto tutti quei pensieri e li ha bloccati lì, sulla carta, perché quei sentimenti vissuti avevano un valore importante. “Un po’ miei… un po’ vostri” – questo il titolo del libro edito da Abra Books Editore – è un testo breve ma molto, molto intenso: ognuna di quelle piccole frasi ti costringe a riflettere, a ragionare… e senza accorgertene hai la mente che vola e quel libro tra le mani da mezz’ora.

Ho avuto il piacere di intervistare l’autrice che ci ha raccontato qualcosa in più sul suo libro.

L’autrice, Alessandra De Angelis

“Un po’ miei.. un po’ vostri” è una raccolta di aforismi nata durante il periodo di lockdown. È stato un modo per affrontare i limiti che la pandemia ci imponeva? Sarebbe più corretto dire che in quei periodi ero molto più concentrata sulle mie emozioni. Mi soffermavo a captare ogni piccola vibrazione, capendo ancor di più l’importanza delle piccole cose, quelle più scontate. Poi, ho deciso di condividere. Per me quest’ultimo passaggio è molto importante. Quindi, diciamo che mi sono completamente lasciata andare a ciò che provavo.

Nella prima pagina del tuo libro dici “Non c’è un tempo per lo scrivere. Ma c’è un tempo per condividere”. In questo testo hai raccolto sentimenti, paure e fugaci pensieri: è stato difficile condividerli, metterli a nudo di fronte al mondo? Non si è mai pronti per fare un passo del genere e te ne rendi conto solo quando hai fatto un passo del genere. Credevo di essere pronta a mettere a nudo quello che è il mio pensare, la mia penna, a far venire fuori quella parte che tengo per me, sai quella che quando vai a dormire la sera tardi saluti timidamente dicendole che è tutto okay, che il mondo è così e lei è perfettamente bella in questo mondo, così come è. Si sa di cosa sto parlando, tutti abbiamo questa versione profonda ed intima di noi stessi. Poi, una volta fatto il passo, non avevo fatto i conti con un dettaglio fondamentale: i lettori. Ecco, come sa chi mi conosce, sono rimasta completamente spiazzata perché pienamente impreparata alle mille emozioni che mi sono state regalate. Ho confessato più volte ed in diverse occasioni, che ho rischiato di divenire cardiopatica; non immaginavo che la felicità potesse farsi sentire ad una così elevata intensità. Non smetterò mai di ringraziare i lettori e le lettrici e, comunque, mi sembrerà sempre poco.

Quando ci siamo conosciute, mi hai raccontato che i tuoi aforismi sono arrivati a Fabrizio Caramagna – noto studioso e scrittore di questo tipo di brevi ma ricchi contenuti – che li ha molto apprezzati, tanto pubblicarli anche sul suo sito, Aforisticamente. Ci racconti come è andata? Quando lo racconto, mi viene in mente il momento preciso in cui ho letto il contatto di posta elettronica che stava rispondendo ad una mail che io inviai. Sono rimasta ferma per svariati minuti, chiedendomi “E adesso?” E’ stato un incrocio al semaforo della casualità. La pagina Aforisticamente, sin da quando prese forma, mi è sempre piaciuta. Le frasi avevano un contenuto superiore rispetto a quello che si trovava in giro per il web e, più passavano gli anni, più si arricchiva di contenuto, non smentendosi nella sua ricchezza lessicale ed emozionale. Con ogni probabilità, ma forse più certezze, ho iniziato prima a scrivere e leggere e poi a parlare. Sono stata una bambina molto precoce, dalla parlantina spigliata, curiosa del mondo e dei suoi angoli, il mio primo libro l’ho scritto che ero molto giovane. Sognavo di poter vedere un giorno le mie frasi pubblicate su Aforisticamente. Così mi proposi. Da qui parte la mia conoscenza con il grandissimo e stimato Fabrizio Caramagna.  Cercate di immaginare il tutto, io ho ancora difficoltà nel crederci.

Vorrei riportare qui uno degli aforismi che mi è rimasto più impresso, il n.35:

Vado avanti perché dietro già ci sono stata

Il mio motore è l’insoddisfazione cronica, che mi spinge ad andare avanti nell’intenzione, accostando il tutto alla determinazione”

E così voglio chiederti: quali nuovi traguardi vorresti raggiungere spinta dal desiderio di migliorare e di superare l’insoddisfazione? La mia insoddisfazione è insaziabile. Mi rendo conto che quando mi prefisso di portare a completamento un ciclo, vado sempre oltre: se dico che devo arrivare a 10, arrivo a 11. Quindi, non ne avrò mai abbastanza. E mi piace così. Ho tante ambizioni, tanti progetti quindi ho traguardi da voler tagliare ma ho un modo di affrontare le situazioni e di arrivare a segno tutto mio. Il mio credo è quello di cercare di apprendere sempre, anche da situazioni indirette accadute ad amici, colleghi parenti. Il migliorarsi attraverso il confronto è la più alta laurea che la vita ci può dare e che nessun banco scolastico offre. Occorrono umiltà, umanità e volontà. Nessuna barriera, ma solo finestre su un mondo che può sorriderti se tu gli sorridi. Il sacrificio che ne consegue e tanto, ma i risultati arrivano e sono i più soddisfacenti. 

Dunque, complimenti agli insoddisfatti cronici che non vanno mai a letto insoddisfatti. 

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