martedì, Ottobre 8, 2024
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Una leggenda del 1405

Siamo all’inizio del XV secolo e ci troviamo in Val Seriana, quando il territorio apparteneva ancora ai Visconti di Milano e perciò prima del dominio in loco da parte della Repubblica di Venezia, verificatosi soltanto a partire dal 1428.

Ricordiamo che il Casato dei Visconti, grazie a nuove normative in materia di economia e dei commerci in generale, favorirono in valle un netto miglioramento delle condizioni di vita (vedi , tra l’altro, l’incremento della produzione di tessuti, l’intensificazione dell’industria laniera).

Ma presto ci si imbatté in una terribile piaga che annullo’ in gran parte le favorevoli situazioni che si erano venute a creare: la peste bubbonica. Dalla conseguente carestia, che non tardò a mietere privilegi e una certa ricchezza accumulata, nasce la nostra leggenda che ha per oggetto i sacrifici di diversi poveri pescatori.

Infatti, essi, gettando le reti nel fiume Serio, non riuscirono più a trarre sostentamento per le loro famiglie perché la pesca diventava sempre più insufficiente, quasi che il morbo mortale avesse potuto impoverire anche la fauna ittica. Disperati, i pescatori decisero di invocare una grazia da parte di Sant’Albino, che ritenevano essere protettore della cittadina di Albino, malgrado questo religioso non si fosse mai mosso dalla Francia.

Si recarono in chiesa e promisero al santo una serie di sante messe in suo onore, chiedendo in cambio una consistente retata di pesce. La mattina seguente non credettero ai loro occhi perché le reti erano ricolme di trote, persici e alborelle. Qualcuno ricordò subito la sacra promessa fatta al Santo, ma i pescatori stimarono che la raccolta di pesci, detratti i molti debiti da pagare, non avrebbe consentito di fare offerte per le sante messe.

Chiesero perdono a Sant’Albino, ma si narra che questi si adirò moltissimo e volle punire i pescatori. In che modo ? Tutti i tipi di pesce, ancora giacenti nelle barche e quasi moribondi, schizzarono nel fiume assai scattanti e sanissimi. Arrabbiati pure loro, raggiunsero la chiesa e, in barba a certi valori cristiani, tentarono di dar fuoco al tempio, per fortuna trattenuti subito da decine di contadini che evitarono lo scempio.

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