martedì, Aprile 16, 2024
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RIPRODUZIONI A MILANO DELLA GROTTA DI LOURDES

di Carlo Radollovich

Amorevolmente voluta dai fratelli sacerdoti don Antonio e don Giuseppe Videmari, la grotta di Lourdes (vedi foto), che appare nel cortile adiacente alla basilica di Santa Maria di Lourdes, in via Induno, fu eretta nel 1894. In quegli anni, la grotta si trovava su un terreno ai limiti della praticabilità, percorso da rogge che qui si intrecciavano. Il luogo era posto ai margini del noto Borgh di Scigollat (Borgo degli Ortolani), dietro L’Arena civica. Venne costruita secondo il modello edificato nella cittadina francese di Lourdes.

Ogni anno, l’11 febbraio, è meta di un grande numero di fedeli. A quel tempo, e comunque prima della costruzione della basilica, i credenti elevavano le loro preghiere nella vicinissima chiesetta di Sant’Anna (ora sconsacrata) che era stata eretta nel 1810 e che anni più tardi venne “battezzata” dai vecchi milanesi la “Geseta del Borgh”.

Nelle originarie intenzioni del progettista, la grotta avrebbe dovuto essere accorpata con la basilica, i cui lavori iniziarono soltanto tre anni dopo, nel 1897, ma l’idea fu abbandonata e si preferì l’attuale collocazione. La basilica, in stile bizantino e con mattoni a vista, fu aperta al culto nel 1902 e si narra che il futuro pontefice Paolo VI, in quegli anni bambino, acquistasse un mattone per 10 centesimi al fine di “dare una mano” alla richiesta dei fondi resisi necessari.

Una seconda riproduzione della grotta, decisamente più piccola, si trova all’interno dell’ospedale di neonatologia Mangiagalli in via della Commenda. La si raggiunge dopo aver camminato lungo il corridoio principale del nosocomio che, dall’ingresso, conduce alla chiesetta di San Giuseppe. Da qui, attraverso una piccola porta, ci si ritrova in un ampio spiazzo. Al centro di tale spiazzo appare la grotta con la statua della Madonna, con accanto una figura femminile in preghiera. Si osservano pure numerosi ex voto di mamme riconoscenti per un parto difficile, ma andato a buon fine. Inoltre, inciso su una pietra, ecco un annuncio del cardinale Schuster: si otterranno duecento giorni di indulgenza recitando tre Ave Maria.

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