venerdì, Aprile 26, 2024
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PORTELLO: NUOVE DIFFICOLTA’ DOPO LA RINUNCIA DELLO STADIO

di Carlo Radollovich

Rendering Milano AltaNon si era ancora spenta l’eco della rinuncia del Milan in merito alla costruzione dello stadio al Portello (erano state ritenute eccessive le spese per la bonifica del terreno), quando sembrava finalmente che l’impresa bergamasca Vitali, seconda classificata al bando a suo tempo lanciato, si dichiarasse disposta a realizzare in loco la “Green Street” (denominata anche “Milano Alta”).

Ma le trattative tra la Fondazione Fiera, proprietaria degli ex padiglioni 1 e 2, e il costruttore Vitali, si sono arenate.  E sussiste il rischio che, dopo il malcapitato flop con i rossoneri, ne nasca un altro.

Al centro delle divergenze sussistono, al momento, le non conciliabili condizioni economiche, fonte di interminabili discussioni tra le parti, nel tentativo di giungere ad un problematico accordo.

Anzitutto va sottolineato che l’investitore principale ossia la Stam Europe, impegnatasi a ricercare 200 milioni di euro tra vari istituti bancari, importo necessario per la realizzazione del progetto (vedi foto rendering), si è improvvisamente ritirata dall’affare, adducendo che lo studio della Vitali per la realizzazione di “Milano Alta” si era fatto progressivamente più complesso e quindi maggiormente costoso.

Vi è poi la diatriba relativa agli oneri di urbanizzazione (circa 15 milioni) che Vitali intende addebitare almeno in parte all’Ente Fiera, ma il presidente Benito Benedini ha chiaramente risposto no.

Infine, un’altra frizione, che contribuisce a dividere Fiera/Vitali, riguarda il canone concernente l’area. Forse i lettori ricorderanno che il Milan, a suo tempo, dichiarava di essere disposto a saldare un importo sino a 4 milioni e oltre, mentre Vitali intende versare, dopo un primo acconto per un anno e mezzo, una somma non superiore ai 3 milioni annui. In più, la Fondazione Fiera, qualora l’accordo venisse concluso, desidera che il pagamento avvenga retroattivamente a partire da gennaio 2016 perché l’area non è più fonte di cespiti. Vitali risponde negativamente, affermando di voler saldare il debito solo dopo l’eventuale ottenimento della concessione edilizia.

Insomma, l’atmosfera che si respira non è delle più favorevoli. Si confida che, entro la prossima primavera, si possa giungere ad una reale definizione dell’intera, complessa pratica, definizione positiva o negativa che sia.

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