venerdì, Aprile 26, 2024
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UN PARCO ARCHEOLOGICO DA FAR “RIVIVERE”

di Carlo Radoillovich

Ci troviamo a Lomello, in provincia di Pavia, ove esiste un parco assai ricco di resti di epoca romana e medievali (con la basica di Santa Maria Maggiore che, in paese, spicca in tutta la sua monumentalità, ma che forse si meriterebbe importanti restauri – vedi foto). Gli scavi relativi al parco, necessari per poter riportare alla luce importanti reperti archeologici, sono purtroppo fermi da circa trent’anni.

Si sono susseguite diverse aste affinché qualcuno potesse aggiudicarsi il parco, però le stesse sono andate completamente deserte. Eppure, le antichità presenti nel sottosuolo sono senz’altro numerose ed esse sono sepolte assai vicino ad una villa (Villa Maria) che sino a molti anni fa era sontuosa, ma ora è in pratica ridotta ad un rudere.

Una Fondazione di Lomello si era data da fare per avviare qui la costruzione d’una casa di riposo per anziani. I primi lavori iniziarono con successo, tanto che vennero alla luce diversi tratti di mura antiche. Ma nel frattempo il presidente del Gerontocomio morì e le opere in loco furono completamente bloccate. Il tutto andò all’asta per un importo superiore ai 200mila euro, ma nessun compratore si fece vivo. Va detto con l’occasione che l’amministrazione comunale non possiede i fondi necessari per poter acquisire l’intera area, giudicando pure troppo oneroso l’impegno economico per quanto riguarda il futuro.

Eppure, recenti studi hanno confermato che le stratificazioni del terreno mettono in evidenza non solo interessanti resti d’epoca, ma anche un tratto di mura risalente al V secolo d.C.

Da circa trent’anni, come già accennato, gli scavi sono stati interrotti e tale blocco crea sconcerto tra la popolazione di Lomello, la quale ipotizza in primis i vantaggi turistici che se ne potrebbero trarre. Purtroppo, l’erba altissima si sta impadronendo dell’intero parco, ignorando i molti “tesori” sepolti che ancora attendono di essere ammirati da parte di studiosi e visitatori.

Ci auguriamo sinceramente che lo stato totale di abbandono possa essere quanto prima risolto grazie a fondi reperiti tra aziende private.

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