venerdì, Marzo 29, 2024
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IL PALAZZO MORANDO ATTENDOLO BOLOGNINI

di Carlo Radollovich

Dando uno sguardo al Palazzo Morando, situato nella centralissima via Sant’Andrea, si ricava l’impressione di osservare una facciata molto sobria, sulla quale spicca un balcone di dimensioni ridotte, la cui artistica ringhiera è in ferro battuto.

Prima di addentrarci nella storia della costruzione, eretta nel 1495 dai Casati, una famiglia patrizia che figura nell’Albo d’Oro della nobiltà italiana, daremo una breve occhiata al suo interno ove si ammira un ricercato stile rococò, con scalone a due rampe in pietra. Stanze e saloni sono particolarmente ricchi di decorazioni e pregevoli stucchi, con soffitti a cassettoni e stupendi amorini, abbelliti da specchiere dalle cornici intagliate. Vale pure la pena di menzionare la presenza di caratteristici caminetti e di segnalare, tra l’altro, la Sala dell’Olimpo, con particolari decorazioni eseguite dal pittore Giovanni Antonio Cucchi (1690 – 1771), la Sala Egizia, ove si osserva uno stupendo pavimento a mosaico, la Sala d’Ercole, con la volta realizzata da Giovanni Battista Ronchelli (1715 – 1788).

Il palazzo fu abitato, nel corso dei secoli, da diverse famiglie altolocate. Citeremo le più note. Ai Casati subentrò la famiglia Villa. Infatti, il giureconsulto Carlo Federico lo acquistò nel 1733. Il pronipote Giovanni, nel 1770, effettuò importanti lavori di abbellimento del palazzo, sia per quanto riguarda gli esterni sia gli interni. Diede ai propri restauratori un preciso ordine: i lavori dovevano essere eseguiti secondo il preciso gusto del barocchetto lombardo.

La costruzione passò poi alla famiglia De Cristoforis (la galleria omonima, che incrocia corso Vittorio Emanuele II, prende appunto il nome da questo nobile casato), alla famiglia Weil Schott, proprietari di una nota banca, e infine l’immobile venne acquistato dai coniugi Gian Giacomo e Lidia Morando Attendolo Bolognini nell’anno 1909. La contessa Lidia, priva di eredi diretti, decise di effettuare una donazione dell’edificio a favore del Comune di Milano.

Va ricordato che il palazzo, non avendo subito danni nel corso del secondo conflitto mondiale, ospitò la collezione di opere e cimeli riguardanti la storia della città presenti nel palazzo Sormani, sede di un museo, che aveva per contro subìto bombardamenti durante la guerra.

 

 

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