mercoledì, Maggio 8, 2024
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MARIA BEATRICE D’ESTE A MILANO

di Carlo Radollovich

La duchessa Maria Beatrice (1750 – 1829), consorte di Ferdinando d’Asburgo (1754 – 1806), governatore del Ducato di Milano e figlio dell’imperatrice d’Austria Maria Teresa, era una giovane nobildonna molto sveglia, non proprio moglie fedele come vedremo più avanti, ma la sua simpatia coinvolgeva tutti i componenti della Corte perché il suo brio e il suo disinvolto modo di presentarsi sapeva essere assai contagioso.

Ovviamente, un carattere così gioviale, aperto e disinibito, spesso fatto rilevare da un marito sempre più geloso, causava la presenza di un certo numero di aficionados… Sapeva comunque destreggiarsi molto abilmente tra una piccola tresca e l’altra, senza mai dare sospetti relativi al suo comportamento. Era pure in grado di “dribblare” i vari ostacoli nel modo più opportuno.

Ma è proprio vero che il diavolo produce pentole, ma non i coperchi. In occasione del Carnevale del 1776, un sabato grasso ricco di baldorie e di sfrenati divertimenti, diversi nobili ambrosiani si erano dati appuntamento presso il Teatro Regio Ducale. Era stata organizzata una vesta over the top e i tavoli, sistemati nel parterre, erano ricolmi di ogni prelibatezza. La musica attraeva le persone e le abbondanti libagioni favorivano incontri non sempre leciti.

Sembra che Beatrice, durante la settimana grassa, si incontrasse segretamente con un certo Giacomo Sannazzari, uno dei nobili milanesi più in vista, presente anche lui alla festa con tanto di maschera. Beatrice, dimenticando per alcuni istanti il suo contegno sempre misurato in occasione di riunioni pubbliche, si abbandonò a qualche gesto confidenziale con un gruppo di giovani.

La cosa non sfuggì al marito Ferdinando che, da quel momento, non mancava di tenere gli occhi fissi su Beatrice per poterla controllare. Guarda caso, tra quei giovani vi era pure il Sannazzaro e Beatrice volle ad un certo punto contattarlo con un biglietto, proponendo un appuntamento amoroso presso un palco del teatro. Un fidato servo venne incaricato di recapitare il messaggio, ma Ferdinando riuscì a bloccare il domestico. Lesse il foglio e con nonchalance pregò il domestico di consegnarlo senz’altro all’interessato. Contemporaneamente pregò alcuni uomini della sua scorta di far allontanare la moglie con una scusa e di segregare il giovane nel palco designato.

Su tutte le furie, ma allo stesso tempo felice per quanto avrebbe poi eseguito, decise di far incendiare il teatro, pregustando la morte del malcapitato. Ma non fu così, perché Giacomo Sannazzari aveva di nascosto ceduto il suo posto ad un amico, mascherato con lo stesso costume, con l’intento di fare uno scherzo innocente a Beatrice. Il finale della storia fu atroce per il “sosia” che ci rimise la pelle, mentre i milanesi, il giorno dopo, cercarono di scoprire le origini dell’incendio, ma non ne vennero a capo…

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