venerdì, Aprile 19, 2024
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LAVORI LINEA M4: COINVOLTI ALCUNI MONUMENTI

di Carlo Radollovich

La “linea blu” della metropolitana milanese, tra un rallentamento e l’altro dei lavori ( si consideri che, nel settembre 2013, si ipotizzava addirittura che tre stazioni o fermate sarebbero state realizzate entro il 2015), proseguono quasi a singhiozzo. Si ritiene comunque che la M4 possa entrare finalmente in funzione nell’anno 2022, se non interverranno altri malaugurati intoppi.

Nel frattempo si moltiplicano le opere collaterali agli scavi, non dimenticando che questi si effettuano anche in quartieri centralissimi della nostra città e, in talune circostanze, condizionano persino la presenza di monumenti illustri.

E’ il caso, ad esempio, della vetusta colonna in Largo Augusto sulla quale era stato collocato il Cristo Redentore nel XVII secolo. La statua e l’intera colonna appaiono interamente incappucciate sin dallo scorso mese di gennaio, in attesa che il tutto venga smontato e collocato all’interno di un deposito M4.

Anche per il busto di Cesare Correnti, il patriota e senatore tanto caro ai nostri concittadini, si è dovuto procedere allo sgombero da piazza Resistenza Partigiana (lo slargo esistente tra corso Genova e via De Amicis) per essere momentaneamente custodito in un magazzino.

Esiste tuttavia una precisa promessa da parte delle competenti autorità: Cristo Redentore e Cesare Correnti ritorneranno dove si trovavano in origine non appena i lavori della M4 saranno ultimati.

E che ne sarà dell’oratorio di San Protaso, la caratteristica chiesina risalente al IX secolo, da centinaia d’anni ammirata al Lorenteggio? Ecco un’importante eccezione alla regola: non si effettuerà alcun trasloco, tenuto conto del suo difficile e improbabile “smontaggio”. Sarà invece la M4 a deviare il proprio percorso di una ventina di metri, lasciando al suo posto questo antichissimo monumento che il Barbarossa preservò dalla distruzione dopo aver ottenuto la vittoria sulla città di Milano nel 1162.

Resta invece tutto da decidere a proposito delle mura sforzesche, rinvenute in piazza Resistenza Partigiana non appena iniziati gli scavi. Si confida in ogni caso di giungere ad un saggio compromesso, preservandole almeno in parte, tenuto conto che i cantieri in loco (stazione De Amicis) proseguono nella loro attività.

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