giovedì, Aprile 25, 2024
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L’attrice Tina Di Lorenzo

Non è nata a Milano, ma a Torino nel 1872. Ci piace tuttavia ricordarla come ambrosiana perché nella nostra città prende casa, affonda certe sue radici ed è circondata da sincero affetto da gran parte della popolazione.

A soli sedici anni riscuote il primo grande successo presso il teatro Rossini di Napoli e gli spettatori ammirano in lei non soltanto la bellezza, ma anche la bravura e la spontaneità con cui sa muoversi sulla scena.

E’ curioso notare che questa sua scioltezza durante le recite non crea assolutamente invidia o gelosia tra le colleghe, le quali hanno spesso modo di congratularsi con lei. E questo suo invidiabile modo di farsi voler bene si protrarrà anche negli anni futuri.

Parte assai giovane per una tournée in Sud America e riscuote dalle platee sinceri applausi, tanto da essere battezzata “Encantadora”. Rientrata in Italia, diversi direttori di compagnie fanno a gara per averla in scena come “prima donna”.

Ecco una sua frase che in quegli anni amava ripetere: “Se vi sembro bella e se vi piaccio, non vogliatemene: non è colpa mia”. La rara bellezza di Tina esplose tout court durante una tournée in Ungheria nel 1899, tanto che un giornalista conosciuto con il nome di Passmandy, probabilmente offeso per un rifiuto di Tina, scrive su di lei vere e proprie mascalzonate.

A questo punto entra in scena, si fa per dire, l’attor giovane della compagnia Armando Falconi che prende le difese di Tina e sfida a duello il Passmandy. Per fortuna, il confronto si risolve senza spargimento di sangue, ma il coraggio dimostrato da Armando fa breccia nel cuore di Tina Di Lorenzo. E i due si sposeranno nel 1901.

Da quel momento in poi, la carriera dell’attrice si fa ancora più luminosa. Si trasferisce nella nostra città con il marito (ove si milanesizza in toto) e per tre anni sarà “prima donna” presso lo Stabile del teatro Manzoni. Susseguentemente lavorerà nella compagnia di Francesco Pasta e in quella di Flavio Andò.

Malgrado i successi ottenuti, non vuole mai primeggiare. Basti menzionare che, pur di facilitare l’ascesa del marito su diversi palcoscenici, si sacrifica sovente in parti non di spicco nel tentativo di mettere in luce quella del marito. Per far piacere ad Armando, si dichiara disponibile a girare un film con lui (“La scintilla” del 1915).

La sua esistenza terrena cessa, sorprendendo tutti, in una nitida giornata milanese del marzo 1930. Si spegne la regina di una bellezza del tutto particolare, senza vanità frivole, senza ostentazioni. Una bellezza che era per lei sinonimo di castità, ma anche di purezza interiore. E davanti alla chiesa della Passione, molti milanesi le rendono omaggio. “Sarai benedetta, benedetta” dicono due popolane che cercano di avvicinarsi al feretro. Forse pensano alla sua dedizione a favore della famiglia, di gran lunga superiore a quella dimostrata, e comunque sincera, rivolta al palcoscenico.

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