venerdì, Aprile 26, 2024
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L’antiquariato e la poesia, le passioni di Maria Cristina Fonseca

di Ugo Perugini

Maria Cristina Fonseca gestisce un simpatico ed elegante mercatino dell’usato in viale Sarca 197 a Milano, nel polo di eccellenza industriale di Milano, di fronte all’Università Bicocca e a due passi dal Teatro degli Arcimboldi.

Vi invitiamo a visitarlo perché potrete fare scoperte davvero interessanti. Collezionismo, antiquariato, modernariato, c’è solo l’imbarazzo della scelta perché non mancano curiosità del passato e proposte interessanti tra invenduti di qualità e articoli vintage, accompagnati da competenza, professionalità e la garanzia della provenienza dei prodotti.

La Gioventù

Ma Maria Cristina Fonseca ha anche un’altra grande passione, la poesia. Sabato scorso, presso il suo negozio, ha riunito alcuni amici e appassionati del genere per presentare il suo libro di poesie, intitolato “La sorte”, illustrato dal Maestro Lio Sottile ed edito da Otma Edizioni, alla presenza dello stesso editore Otmaro Maestrini e del sottoscritto. Riportiamo qui di seguito alcuni spunti che riguardano il suo pregevole lavoro creativo.

La Giostra

Uno dei pregi della poesia di Maria Cristina Fonseca è la brevità. Si scorge nei suoi lavori una adesione a una certa linea ermetica, vi sono alcune poesie che riecheggiano in modo abbastanza evidente dei lavori di Quasimodo. Ma possiamo anche scorgere un certo gusto di quella che qualcuno chiamò la “brevitas” pascoliana o frammentismo con il gusto, talora sopraffino, di rendere emozioni e sensazioni in modo fulmineo.

Insieme a una certa programmatica inclinazione all’oscurità, tipica della poesia moderna, quella di Maria Cristina Fonseca ha anche delle aperture “epifaniche” davvero interessanti, quando si manifestano nella rilevazione istantanea, di un momento privilegiato e assoluto, slegato talora dalla contingente linearità logica, che però contiene una percezione della verità.

Rendiamo lode a questa brevità e icasticità poetica e ricordiamo da un bel saggio di Maria Zambrano come il poeta sia fedele a ciò che già possiede. Non è manchevole come il filosofo che continua a cercare la sua verità. Il Poeta arriva a parlare “senza sapere quel che dice” e la sua superiorità consiste nel non saperlo anche quando afferma verità che gli si palesano assolute e si manifestano decisamente superiori all’intelletto umano perché il suo parlare è come se gli derivasse da divinità misteriose. Perché il poeta è sposato alla grazia.

La Sorte

Ma queste verità assumono in Maria Cristina Fonseca posizioni apodittiche tali che rasentano deliziose valenze ironiche, autocritiche, con il ricorso ad allegorie che si distanziano dal senso del simbolo per arrivare a cogliere il gusto di collusione tra contenutismo figurale, musicalità del suono, gusto del paradosso. Lo si vede dalle scelte sintattiche e lessicali, dalle ellissi, dalla ricerca del valore fonico della parola, specie di quella che dà l’incipit al verso.

Ecco una sua poesia che si intitola “Piovuta dal cielo”

 

 

Il tenebroso cammino

s’accorcia.

Un alito di vento

ulula nel vortice,

Gli anelli ancora

incatenati

si dissolvono.

Ed è Arcobaleno!

 

 

 

 

 

 

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