sabato, Aprile 20, 2024
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L’ANSIA DEGLI SGOMBERI. PERCHÉ NON RICICLARE?

di R.Righi

Una lettrice di zona 8, in margine ai problemi emersi nella gestione delle case Aler, segnala un fatto di cui è stata testimone e che ci sembra piuttosto grave. Un anziano, affittuario di una casa gestita dall’ente, è stato ricoverato in una casa di cura in quanto non più autosufficiente e, naturalmente, è stato costretto  a sospendere la corresponsione dell’affitto.

L’Aler, trascorso un certo periodo di tempo, ha incaricato due persone di sgombrare l’appartamento abbandonato; appartamento che peraltro era completo di mobili, elettrodomestici, lampadari, libri, quadri, oltre a biancheria, vestiti, fotografie, soprammobili, ricordi, ecc.; tutto materiale che la persona che vi soggiornava, molto attenta e precisa, conservava in buono stato. Chi è intervenuto però aveva quel compito preciso e ha distrutto tutto quanto era possibile distruggere mentre il resto (frigorifero, elettrodomestici, ecc.) veniva destinato alla discarica.

La Lettrice si stupisce che non si sia provveduto al recupero e riciclo del materiale, ancora in buone condizioni, o eventualmente, alla sua consegna a qualche mercatino dell’usato. Inoltre, si augura che l’interessato non sia venuto a sapere della fine degli oggetti di tutta una vita ai quali presumibilmente teneva moltissimo e che sono stati distrutti senza alcun rispetto per la persona coinvolta. Da parte nostra, ci auguriamo almeno che siano stati avvertiti, se esistevano, parenti a cui quegli oggetti avrebbero potuto interessare, almeno dal punto di vista affettivo.

Non solo, secondo la Lettrice, le persone incaricate dello sgombero avrebbero ammesso di non sapere dove smaltire il materiale in eccesso anche perché avevano superato il limite accettato dalle discariche dell’Amsa e che, quindi, verosimilmente, se ne sarebbero sbarazzati in modo scorretto dal punto di vista ambientale.

Ora non sappiamo se questo comportamento sia un’eccezione o, come pensa la nostra Lettrice, una prassi. Certo è che un’azienda che affronta in modo così poco responsabile i problemi fa molto riflettere. Ci auguriamo che anche da questo punto di vista il cambiamento di gestione previsto al vertice dell’Aler possa significare un deciso cambio di rotta che tenga conto sia del rispetto delle persone che della natura.

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