venerdì, Aprile 26, 2024
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IL VECCHIO ZOO MILANESE

di Carlo Radollovich

Attorno al 1880, nei Giardini Pubblici di Porta Venezia, vennero allestite alcune gabbie per animali esotici nonché eleganti voliere ove si rincorrevano uccelli tropicali dai colori bellissimi.

Tutto ciò costituiva un’anteprima dello zoo poiché soltanto nel 1923 venne inaugurato un vero e proprio recinto per animali e furono costruite alcune gabbie, per la verità assai anguste, destinate a leoni, tigri, leopardi e addirittura pantere. Ma si volle pure provvedere alla costruzione di due ampie “piscine” per poter ospitare foche e otarie.

I complimenti e gli applausi più sentiti da parte del pubblico erano riservati a una elefantessa, chiamata Bombay, nata in India. I vecchi milanesi se la ricordano ancora oggi con molta simpatia, rituffandosi con un pizzico di nostalgia negli anni Cinquanta.

Appena uscita dalla sua stalla, scopriva con un colpo di proboscide un tabelloncino su cui spiccava la scritta “Attenti ai borsaioli”. Subito dopo era costretta a camminare su alcuni piedistalli in ferro, a circa quaranta centimetri da terra, su cui posava attentamente le zampe una davanti all’altra.

Ovviamente, suscitava scroscianti applausi da parte di tutti i bimbi. Dopo aver scelto il colore di alcuni birilli su richiesta del guardiano, Bombay iniziava a chiedere noccioline e anche caramelle che riusciva a scartare con delicatezza e precisione.

Un ricordo va riservato alle zebre, a un cucciolo di giraffa (uno dei pochi nati in cattività a livello europeo), alle scimmie e in particolare ad un macaco “battezzato” Giovanni. Questo simpaticone, se chiamato dal pubblico, girava sempre la testa verso coloro che amavano tirarlo in ballo.

E che dire di Olga, femmina di orso nero dal collare ? Per lei era stata ricavata una gabbia in una roccia presente ai Giardini e la stampa si era occupata più di una volta di questo animale. Infatti, alcuni ragazzi insistevano scioccamente nel provocarlo, inserendo tra le sbarre le loro mani e un bastoncino cercando di beffeggiarlo. Lei tirava fuori gli unghioni con destrezza e, in alcune circostanze, le ferite alle braccia dovevano essere prontamente curate.

Ma la fine dello zoo si sentiva ormai vicina poiché, agli inizi degli anni Sessanta, gli animali erano diventati alcune centinaia in appena due ettari di superficie. E negli anni Ottanta i giornali denunciavano sempre più frequentemente la vita infelice dei poveri animali, costretti a sopravvivere in spazi davvero angusti.

Nel 1992 lo zoo fu chiuso in via definitiva. Ovviamente, tutti gli animali presenti erano stati nel frattempo ceduti a diversi zoo europei, in parte regalati, in parte venduti.

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