giovedì, Aprile 25, 2024
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IDROSCALO: UN PROBABILE SPIRAGLIO RIPARATORE

di Carlo Radollovich

Su “ilMirino” del 2 settembre affrontavamo un argomento, spiacevole soprattutto per i vecchi milanesi, riguardante l’increscioso stato di abbandono dell’Idroscalo: erbacce ovunque, angoli maleolenti con la presenza di spazzatura e persino riprovevoli soste selvagge di autoveicoli.

Ora sembra filtrare un raggio di luce che potrebbe, almeno in parte, rimediare al “dissesto ecologico” sul quale continuano giustamente a puntare il dito molti cittadini.

Si è pensato di indirizzare i detenuti (si potrà scegliere su un vasto numero pari a ventimila persone giudicate idonee)  verso specifici corsi riguardanti il giardinaggio e la botanica in generale: in seguito si affiderebbe loro il compito relativo alla manutenzione del verde sull’intera area.

Per la verità, l’inserimento dei detenuti (circa cento) era già stato tentato con successo in occasione dell’Expo, ove veniva assicurata, da parte di costoro, una parziale assistenza ai visitatori.

L’iniziativa di offrire lavoro ai detenuti per l’Idroscalo è stata salutata positivamente da parte del sindaco di Milano e anche gli ultimi due cantonieri rimasti a guardia del bacino d’acqua (grazie a loro le rive dell’Idroscalo sono state rese presentabili per il pubblico che assisteva ai recenti campionati italiani di canoa), si sono mostrati entusiasti per la proposta che si tradurrà, così ci si augura, in un abbellimento del verde, finalmente pulito, quando scatterà la manutenzione su questa “martoriata” area.

E forse si potranno studiare in loco anche ulteriori forme di collaborazione con i detenuti prescelti.

Per stimolare la loro passione per le varie opere che andranno a compiere, è prevista la corresponsione di una piccola retribuzione grazie all’intervento delle “Borse lavoro” che il Comune gestisce. Certo, sulle ali dell’entusiasmo si prevede sin d’ora un valido avvio dell’iniziativa, ma il complicato si presenterà quando il tutto dovrà essere gestito in modo duraturo. In effetti, già dalla prossima primavera, il lavoro sulle aree verdi sarà decisamente oneroso. D’altra parte, si dovrà considerare che l’impiego di un così importante numero di detenuti snellirà non di poco le presenze nelle carceri, aumentando contemporaneamente le possibilità di recupero sia per coloro che lavoreranno fuori, sia per tutti quelli che all’interno potranno contare per la propria formazione su maggiori spazi disponibili.

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