martedì, Marzo 19, 2024
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I loschi intrighi di Bianca Maria Scapardone

La nobildonna Bianca Maria (1500 – 1526) era andata sposa a soli quattordici anni ad Ermes Visconti (molto più anziano di lei), figlio dell’aristocratico Battista Visconti.

Nel giro di qualche anno, il vecchio Ermes la lasciò vedova e decisamente benestante. La ragazza, alla soglia dei vent’anni, mise in luce tutta la sua avvenenza per “catturare” il conte Renato di Challant (1502 – 1565), ricco proprietario di fondi terrieri. Ma il matrimonio non ebbe fortuna, tanto che i due si separarono ben presto.

La contessina andò ad abitare per conto suo a Pavia e qui fu spesso al centro di ogni sorta di mondanità e nel giro di qualche mese si diede da fare con un altro conte, un certo Ardizzino Valperga, signore di Masino, nel Canavesano.

Ma anche in questo caso, l’amore cercato da Bianca Maria non trovò terreno fertile e la donna, dotata di un carattere assai turbolento, mise gli occhi sul bellissimo Roberto Sanseverino. Iniziò con lui uno stretto legame e, dopo qualche tempo, gli chiese senza mezzi termini di far fuori al più presto Ardizzino, asserendo che questo nobile continuava a sparlare di lei in qualsiasi circostanza.

Roberto tuttavia, nicchiò alquanto, ben sapendo di essere amico fraterno del conte Ardizzino. A questo punto, Bianca Maria cambiò i suoi propositi. Si recò dal conte di Masino, gli chiese scusa per il suo comportamento e gli propose di ritornare a vivere insieme. Contemporaneamente gli chiese la testa di quel “bastardo” di Sanseverino che continuava a dipingerla come una poco di buono.

Il Masino non rispose ne’ si ne’ no e in groppa al suo cavallo si recò a Milano per far visita all’amico Sanseverino. I due si chiarirono le idee e decisero di abbandonare a se stessa la crudele Bianca Maria dopo aver confermato l’amicizia reciproca.

La donna venne a conoscenza di questo incontro e saltò su tutte le furie, decidendo che il conte Masino doveva essere ucciso ad ogni costo. Dopo alcuni mesi, la donna si innamorò perdutamente, ricambiata, di un certo don Pietro di Cardona. Lo irretì e gli chiese di far fuori il conte di Masino.

Don Pietro fini’ con l’accettare l’ignobile proposta. Organizzò un’imboscata e assassinò il malcapitato. Ma don Pietro non se la cavò perché la notizia dell’omicidio giunse alle orecchie di Massimiliano Sforza, figlio di Ludovico il Moro, il quale, svolte le necessarie indagini, riuscì a far catturare don Pietro per poi sottoporlo a spietate torture, sino alla morte.

Ma venne pure riconosciuto il ruolo di mandante per la contessina di Challant. Riconosciuta colpevole dopo un breve processo, venne decapitata senza pietà in un cortile del Castello Sforzesco.

Si racconta che la bellezza conturbante di Bianca Maria colpi’ anche il pittore Bernardino Luini. Infatti, quando affrescò nella chiesa di San Maurizio la decapitazione di Santa Caterina, ritenne di conferire alla Santa le stesse sembianze e i lineamenti della contessina.

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