venerdì, Aprile 26, 2024
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ERADICAZIONE DELLE NUTRIE: IMPROVVISO TIRA E MOLLA STATO/REGIONE

di Carlo Radollovich

Tempo fa (vedi “ilMirino” del 26 novembre 2014) fornivamo ai nostri lettori alcune notizie sulla nutria, che in Lombardia prolifera più che mai.

Infatti, la femmina è in grado di partorire 3-4 piccoli per tre volte nel corso di un anno, dopo una gestazione della durata di quattro mesi circa. E rispetto al 2009, la presenza di questo roditore è più che raddoppiata.

Accennavamo anche ai guasti provocati dall’animale, tra cui: erosioni di argini, sconvolgimento dei sistemi d’irrigazione, vera minaccia per diversi tipi di coltivazione (vedi risaie), eccetera.

Ricordiamo inoltre che, dal 25 novembre scorso, grazie ad una speciale legge regionale, si consentiva la caccia alla nutria, per tutto l’anno. Potevano compierla normali cacciatori in possesso della consueta licenza, agricoltori con regolare porto d’armi e ovviamente le guardie venatorie.  Nel dare battaglia al roditore, si consentiva anche l’uso di trappole, di archi, di fionde, di pratiche sterilizzatrici nonché l’impiego di gassificazioni.

Si temeva (ipotesi puntualmente concretizzatasi) una vivace reazione da parte dell’Enpa, l’Ente Nazionale per la Protezione degli Animali, il quale asseriva che le misure adottate per combattere le nutrie non erano assolutamente idonee, sottolineando contemporaneamente che, simili provvedimenti, con il trascorrere del tempo, si sarebbero rivelati praticamente inutili.

Osservazioni dell’Enpa a parte, ci si chiedeva se, per quanto riguarda l’eliminazione di questo dannoso roditore, tutto potesse considerarsi risolto. Purtroppo no. Il governo, in questi giorni, ha sollevato un problema di legittimità costituzionale relativamente alla legge regionale che permette l’eradicazione delle nutrie nelle campagne lombarde.

Infatti, davanti alla Consulta, si effettuerà un vero e proprio ricorso che denuncia il mancato coinvolgimento dell’amministrazione statale nonché l’uso indiscriminato e improprio delle armi da sparo impiegate, di archi e balestre e dei vari tipi di trappole.

Oltretutto, secondo quanto verrà affermato nel ricorso, le disposizioni regionali adottate si porrebbero in contrasto con le leggi riguardanti la caccia, emanate nel 1992.

Forse, le controversie potrebbero essere ricomposte grazie all’intervento di tutti i sindaci interessati alla materia, i quali, nei Comuni di loro competenza, considerata la gravità dei danni causati dalle nutrie, possano emanare specifiche ordinanze. Ma questa è soltanto una nostra ipotesi e osserveremo con interesse se potrà andare in porto.

Il ricorso intentato dal governo complica comunque le cose, con il rischio che la lotta contro i roditori, purtroppo ritardata, possa incorrere in tempi decisamente troppo lunghi.

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