sabato, Aprile 20, 2024
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Diritti sul lavoro per i pazienti con tumore

Una maggiore tutela del diritto alla conservazione del posto di lavoro per i lavoratori dipendenti colpiti da tumore, attraverso l’esclusione dei giorni di assenza per la somministrazione ospedaliera delle terapie e per gli effetti collaterali delle terapie stesse dal cosiddetto “periodo di comporto”, e del diritto alla retribuzione per i lavoratori autonomi con l’ampliamento del periodo previsto per il riconoscimento dell’indennità di malattia per i pazienti oncologici.

Sono i punti principali della proposta di legge a prima firma dell’onorevole Enrica Segneri, che è stata appena calendarizzata in Commissione Lavoro della Camera dei Deputati, entrando così nelle fasi avanzate dell’iter legislativo. Nata su impulso del Gruppo di Associazioni pazienti “La salute: un bene da difendere, un diritto da promuovere” e dell’Intergruppo parlamentare “Insieme per un impegno contro il cancro”, di cui è membro l’Onorevole Segneri, la proposta di legge mira a tutelare il diritto al lavoro e alla retribuzione per i lavoratori fragili colpiti da patologie invalidanti, in particolare i pazienti oncologici e oncoematologici, andando a colmare le lacune dell’attuale ordinamento giuridico su questo fronte.

«Le tutele attualmente approntate nei confronti dei diritti sul lavoro per le persone colpite da tumore o altre patologie invalidanti sono chiaramente insufficienti  – dichiara Annamaria Mancuso, presidente di Salute Donna onlus e coordinatrice del Gruppo “La salute: un bene da difendere, un diritto da promuovere” – L’ordinamento giuridico italiano non prevede una specifica regolamentazione per i malati oncologici e rinvia alla contrattazione collettiva: sussistono quindi regole disomogenee e profondamente diverse che determinano una disparità di trattamento, ad esempio, tra lavoratori pubblici e privati. In questo ambito il nostro Gruppo è attivo già da diverso tempo, lavorando a stretto contatto con l’Intergruppo parlamentare per spingere le Istituzioni a mettere in campo misure concrete; accogliamo quindi con grande soddisfazione la calendarizzazione della proposta di legge su conservazione del posto di lavoro e indennità di malattia e ringraziamo sentitamente l’Onorevole Segneri per il suo forte impegno nel portare avanti le nostre istanze. Esortiamo tutti i Gruppi parlamentari ad affrontare la discussione su questi temi al più presto possibile, alla luce anche della recente scadenza al 30 giugno del blocco dei licenziamenti per l’emergenza Covid-19, prorogato solo per alcuni settori».

La proposta di legge prevede che il Governo adotti le misure necessarie volte ad ampliare le tutele e garantire l’effettiva omogeneità di trattamento tra tutti i lavoratori, dipendenti pubblici e privati nonché autonomi e liberi professionisti, affetti da patologie oncologiche o da altre gravi malattie che provocano una temporanea inabilità lavorativa al 100 per cento. 

Mai come in questo momento dobbiamo proteggere i più fragili – commenta l’onorevole Enrica Segneri, MoVimento 5 Stelle, XI Commissione Lavoro – Per questo, sono molto soddisfatta per la calendarizzazione, in Commissione Lavoro alla Camera, della proposta di legge a mia prima firma che mira a modificare la disciplina relativa ai diritti dei lavoratori affetti da patologie oncologiche o da altre gravi malattie temporaneamente invalidanti. Soprattutto nel caso di patologie gravissime le tutele oggi previste dall’ordinamento giuridico sono insufficienti. Alla luce di ciò, è necessario rafforzare il diritto al lavoro e alla retribuzione dei malati gravi, in particolare di quelli oncologici. Il testo prevede di escludere dal computo del periodo di comporto i giorni di ricovero ospedaliero o di day hospital per terapie salvavita e i giorni di assenza causati dagli effetti collaterali delle medesime terapie, debitamente documentate. Ancora, per i lavoratori autonomi affetti da malattie oncologiche, la proposta prevede l’aumento del periodo previsto per il riconoscimento dell’indennità di malattia. È necessario sottoscrivere un nuovo patto sociale, più equo e solidale e la mia proposta di legge viaggia proprio in questa direzione”. 

Ad oggi, per quanto riguarda il periodo di comporto e le garanzie di conservazione del posto di lavoro vengono applicati, con adattamenti più o meno incisivi, gli stessi istituti previsti per tutti i lavoratori subordinati. La legge prevede che al 180° giorno di assenza dal lavoro il lavoratore dipendente di un’azienda privata perda il diritto all’indennità, erogata dall’INPS, anche se non segue automaticamente il licenziamento, che resta tuttavia facoltà del datore di lavoro.

La calendarizzazione in Commissione Lavoro di una proposta di legge che regoli la normativa del periodo di comporto e dell’indennità di malattia per i lavoratori affetti da patologie oncologiche o altre patologie gravi e invalidanti è senza dubbio una buona notizia – spiega Stefano Bellomo, professore ordinario di Diritto del Lavoro, Sapienza Università di Roma e Avvocato Giuslavorista – perché riguarda uno degli aspetti, nell’ambito della tutela dei diritti per queste categorie di lavoratori, sui quali emerge una rilevante esigenza di adattamento della normativa esistente. Questa proposta di legge rappresenta un importante passo avanti, l’auspicio è che in relazione a questa particolare categoria di soggetti vi sia un’ampia convergenza su un ambito più vasto di temi. Ad esempio, va certamente accresciuto anche il livello di consapevolezza e il grado di adattamento della disciplina delle assenze e dei permessi in relazione alle esigenze terapeutiche ma vanno anche predisposti adeguati presidi legislativi per una migliore conciliazione tra i percorsi di cura e l’attività lavorativa, in particolare attraverso adeguati canali di accesso a modalità lavorative flessibili, prima fra tutte il lavoro agile. Tanto i clinici quanto le associazioni dei pazienti concordano sull’importanza della continuità lavorativa come fattore sia di sostegno psicologico che di permanente integrazione sociale. È senz’altro positivo che il malato oncologico possa continuare a vivere, con un grado di pienezza adeguato rispetto all’evoluzione del proprio stato di salute e potendo sfruttare gli opportuni margini di adattabilità, la dimensione lavorativa, come garanzia di dignità non solo economica ed in coerenza con il valore sociale che il nostro ordinamento assegna in generale al lavoro“.

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