lunedì, Ottobre 14, 2024
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ALESSANDRO MANZONI: POTENZIALMENTE SANTO ?

di Carlo Radollovich

Siamo nell’ottobre del 1959 e al cimitero Monumentale diversi operai si stanno occupando della tomba dell’illustre defunto, autore de “I promessi sposi”. Dal lato in cui si trova, si è deciso di trasferirla al centro del Famedio.

Considerata l’estrema pesantezza del monumento, viene assolutamente sconsigliato di procedere ad un suo trasferimento in blocco, ma di procedere, con molta cautela, ad una sorta di smontaggio dei pezzi più corposi. Ed ecco che, nel sollevare la lastra-coperchio, accade un fatto considerato straordinario: l’urna sembra emettere una luce assai abbagliante che crea un vivo stupore tra tutti coloro che stanno prestando la loro opera. Il fenomeno viene serbato nella memoria dei presenti e, per qualche tempo, non se ne parla affatto.

Ma il proverbiale uccellino non può starsene completamente zitto e qualche informazione, magari parzialmente distorta, raggiunge le redazioni dei giornali cittadini.

Si scrive di un possibile miracolo, di un inaspettato prodigio che coinvolge don Lisander ottantasei anni dopo la sua morte, di un avvenimento inspiegabile, eccetera. Si desidera pure disquisire su un’altra straordinarietà: il corpo dello scrittore appare intatto, ben conservato, assolutamente privo di segni anche minimi di disfacimento. Insomma, da più parti si levano alcune voci: il corpo del Manzoni potrebbe celare elementi che lo avvicinerebbero alla santità. Per contro, persone presenti alle operazioni tombali affermano che il forte luccichio riscontrato sull’urna, in cristallo, sarebbe stato provocato da un intensissimo raggio di sole che l’avrebbe colpita. Altri affermano che il corpo, considerata la sua perfetta imbalsamazione, potrebbe rimanere intatto ancora per molti anni. Fatto sta che l’opinione pubblica si divide in due tronconi: alcuni vogliono considerarlo quasi santo, altri semplicemente il più famoso degli scrittori italiani. Poi, con il trascorrere dei mesi, le varie discussioni si placano. Solo l’arcivescovo Giovanni Colombo, nel 1965, perfettamente al corrente della profonda religiosità che coinvolgeva il Manzoni, specialmente negli ultimi anni della sua vita, propone di trasferire le spoglie del Manzoni in Duomo. Ma non se ne fa nulla e lo scrittore continua a riposare in pace nel silenzio del Famedio, forse scocciato per essere stato tirato in ballo oltre misura, o magari sperando che qualche raggio di sole venga nuovamente a baciare la sua sepoltura.

 

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