sabato, Novembre 23, 2024
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Alle origini dell’impresa artigiana del mobile in Brianza c’è l’intraprendenza delle donne

Nel distretto di Meda operano numerosissime imprese che si fanno apprezzare nel mondo per l’eccellenza e il design dei loro prodotti artigianali, tra cui spicca la BertO. In un libro intitolato “Made in Meda”, Filippo Berto, uno dei giovani titolari dell’impresa, racconta le solide radici storiche da cui prende spunto questo successo artigianale ormai diventato internazionale.

Alla base di tutto c’è una visione etica che probabilmente prende spunto dall’Ordine religioso degli Umiliati, che forse, a sua volta, intercetta lo spirito purificatore di certi movimenti, come la Pataria, nati attorno all’anno Mille nella parte più umile del popolo lombardo contro il clero corrotto.

Gli Umiliati, occorre dirlo, non hanno l’intransigenza dei “patarini” ma cercano di proporre un modello di vita più austero e frugale, che si fonda sul lavoro manuale. A questo proposito, anche avvalendosi delle cosiddette “leggi suntuarie”, contro l’ostentazione smodata del lusso, predicano l’idea che sia possibile vivere, affrancandosi dal potere dei ceti dominanti, dedicandosi ad attività pratiche, quali ad esempio la lavorazione della lana, che in Brianza troverà un grande sviluppo manifatturiero.

Accanto alla agricoltura e alla lavorazione della lana nel corso degli anni si sviluppò però anche  quella del ferro, quella serica del baco da seta, che nel tempo sostituirà quello della lana. Le condizioni di sopravvivenza della gente della zona restano sempre molto difficili.

L’abbondanza di boschi nella zona della Brianza contribuisce però a stimolare un nuovo sapere artigiano, cioè la lavorazione del legno, che permette ai contadini di sfruttare i tempi morti del calendario agricolo. All’inizio, si trattava di semplici lavori di falegnameria, riparazioni; poi, pian piano si cominciarono a realizzare oggetti di legno, piccoli mobili, arredi sacri.

Una realizzazione BertO

Qui, entrano in gioco le donne. In particolare le badesse del Monastero di San Vittore che sono capaci di coinvolgere le famiglie contadine, assegnando loro compiti di falegnameria, durante i periodi di pausa dei lavori sui campi. Lavori che man mano diventano vere e proprie professioni e fanno nascere ebanisti, decoratori, intagliatori, ecc.

Le case dei contadini si trasformano ben presto in botteghe artigiane e le badesse del monastero  mostrano una spiccata capacità imprenditoriale, gestendo le varie botteghe e pianificando l’attività con obiettivi a lungo termine, più precisamente dei piani novennali che garantiscono una continuità del lavoro in grado di offrire maggiore sicurezza economica alle famiglie.

Si passa così dalla società agricola e contadina a quella artigiana, ma nel Settecento il monastero viene venduto a un privato francese che continua la tradizione trasferendo un certo gusto francese alla produzione dei mobili e favorendo la nascita di una proprietà diffusa di terreni su cui fioriscono vere e proprie botteghe artigiane di legnamée (falegnami in dialetto).

Il libro di Berto che invitiamo a leggere prosegue nel racconto arrivando fino ai grandi successi dei giorni d’oggi che hanno fatto diventare i mobili realizzati  a Meda e dintorni veri e apprezzati modelli di design in tutto il mondo.

Un libro che ci fa capire come esistano ancora persone capaci di lavorare cercando di esprimere la propria creatività e imprese responsabili, diverse per storie, settore e territorio dove operano, che cercano con passione di realizzare sviluppo con il lavoro delle persone, al contrario di certe tendenze dell’economia odierna, orientata dalla finanza, da tecnologie, da intelligenze artificiali che si illudono che si possa fare a meno delle capacità umane.

L’azienda BertO si trova a Meda in via Piave 18 – servizio.clienti@bertosalotti.it

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