lunedì, Dicembre 23, 2024
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VISO PIÙ GIOVANE

di Stefania Bortolotti

L’overdose di sole, sale e vento può avere messo a dura prova la pelle del viso (la parte più esposta e sensibile ai fattori di rischio), che è tornata in città secca e con più rughe. Ma non solo: il passare del tempo e le abitudini di vita, favoriscono la riduzione della quantità di acido ialuronico i cui risultati negativi sono i cedimenti cutanei, le pieghe e la perdita di idratazione.

Urge una “remise en forme” cutanea e la biorivitalizzazione, tecnica medico-estetica analoga alla mesoterapia, produce un rimodellamento profondo dei tessuti attraverso una rigenerazione tissutale. Parlando di viso si tratta di un “lifting” non chirurgico, che mira a bloccarne il processo di invecchiamento. Un ritocco “facile”, che assicura un risultato naturale, ottimo anche dal punto di vista preventivo.

Le zone che si possono trattare con la biorivitalizzazione, chiamata anche biostimolazione o rivitalizzazione? Il volto (fronte, contorno occhi, i solchi naso labiali, le rughe attorno al labbro superiore cioè l’antiestetico “codice a barre, le guance, il mento e i “cedimenti” del contorno viso). Per quanto riguarda il corpo, questa metodica è consigliata per quelle aree che necessitano di un “ringiovanimento” come il collo, il décolleté, la piega intermammaria, i gomiti, il dorso delle mani, l’interno delle braccia e delle cosce. Buoni risultati si ottengono anche sul cuoio capelluto.

Va ricordato che la biorivitalizzazione non è un filler, cioè non riempie le rughe. Infatti, a differenza del “filler” con acido ialuronico, la biorivitalizzazione consente una diffusione maggiore delle sostanze iniettate nel derma: l’acido ialuronico utilizzato da questa procedura non è reticolato (ovvero le sue fibre sono libere) e, pertanto, riesce a propagarsi con maggiore facilità. Biorivitalizzazione e filler possono essere abbinati per ottenere risultati ancora più efficaci. In queste due metodiche, anche l’azione dell’ago è importante: creando ripetuti microtraumi, spinge la pelle ad “autoripararsi”, producendo nuove cellule.

“La biorivitalizzazione, sottolinea la Dottoressa Paola Caminiti, Medico Estetico e Medico Chirurgo Nutrizionista a Saronno (VA), è un trattamento antiage non invasivo, che consente di riattivare i normali processi di ricambio cellulare attraverso l’infiltrazione sottocute di sostanze nutrienti e idratanti, che stimolano la produzione di collagene ed elastina, le proteine che donano elasticità e sostegno alla pelle. Si tratta di sostanze biocompatibili e riassorbibili, che non comportano effetti secondari. Esistono varie formulazioni, ma la sostanza “principe” è l’acido ialuronico – presente naturalmente nel nostro organismo – che rinforza e rigenera la barriera cutanea, preserva l’idratazione e favorisce un rapido recupero della pelle del viso e del corpo. L’acido ialuronico richiama acqua sia in superficie, per donare luminosità, sia negli strati più profondi, favorendo il ricambio cellulare”, puntualizza la specialista.

Dottoressa Paola Caminiti, Medico Estetico e Medico Chirurgo Nutrizionista a Saronno (VA)
Dottoressa Paola Caminiti, Medico Estetico e Medico Chirurgo Nutrizionista a Saronno (VA) : info@caminitimedicalspa.it

Una metodica “dolce”, adatta a tutti i tipi di pelle, efficace e che si avvale di tecniche e materiali diversi. “Le composizioni – aggiunge la Dottoressa Caminiti possono essere arricchite con vitamine, oligoelementi, aminoacidi, antiossidanti, oppure essere a base di complessi di acido ialuronico ad alto e basso peso molecolare per riprodurre le condizioni di una pelle giovane”.

Come avviene la seduta

“Dopo un’accurata detersione delle zone da trattare, spiega la Dottoressa Paola Caminiti, il medico inietta il prodotto selezionato in base al tipo di pelle e al grado di “danno”, servendosi di un ago sottilissimo, attraverso punturine ravvicinate molto superficiali, per creare un “pavimento” sottocute e una distribuzione uniforme delle sostanze”. La seduta non è dolorosa, infatti non è prevista alcuna anestesia. Al termine del trattamento possono apparire modesti arrossamenti dovuti all’ago, che tendono a scomparire nell’arco di un’ora, oppure piccoli lividi che si riassorbono nel giro di qualche giorno. “I risultati sono visibili già dopo la prima seduta, anche se il protocollo consigliato è di tre-quattro sedute complessive, da effettuarsi una ogni 15-20 giorni”, specifica la Dottoressa Caminiti.

I vantaggi della biorivitalizzazione? Quelli di essere una tecnica semplice e che consente un’immediata ripresa delle proprie attività, senza limitazione alcuna.

Vediamo qualche esempio…

Per “rinfrescare gli occhi” anche il prezioso contributo della dieta

Oltre ad essere, come dicono, “lo specchio dell’anima”, gli occhi sono anche la traccia tangibile del nostro stile di vita. Questa delicata zona risente non solo del passare del tempo, ma anche dello stress e delle cattive abitudini come il fumo, gli eccessi a tavola e le notti insonni. Occhiaie e borse finiscono così per segnare visibilmente il viso, anche in giovane età, togliendo vitalità e freschezza allo sguardo. A peggiorarle anche il freddo e il troppo sole.

“Qualora si decida di ricorre alle soluzioni proposte dalla Medicina Estetica è bene sapere che l’alimentazione gioca un ruolo di primo piano nel tenere sotto controllo gli inestetismi della zona occhi, suggerisce Paola Caminiti. Limitare il sale e i cibi saporiti, ad esempio, riduce la ritenzione che è alla base dell’edema mentre consumare cibi ricchi di vitamina C, dagli agrumi ai kiwi fino ai broccoli, protegge il microcircolo ed evita i ristagni. È sempre buona norma bere almeno due litri d’acqua al giorno”, conclude l’esperta.

Per contrastare gli effetti negativi sopra indicati, si può intervenire con la biorivitalizzazione cioè una serie di microiniezioni in sede con una combinazione di acido ialuronico in forma libera (diverso da quello che viene usato come filler riempitivo) e sostanze ad azione schiarente e stimolante sulla microcircolazione venosa e linfatica. Servono cicli di 10 sedute a cadenza settimanale, più una ogni uno-due mesi per il mantenimento. Per evitare la ricomparsa dei problemi, il trattamento completo può essere ripetuto ogni sei mesi.

Invecchiamento delle mani

L’eccessiva esposizione solare, la mancanza d’idratazione, l’assenza di un’adeguata “beauty routine” possono rendere la pelle delle mani sciupata e avvizzita anche in giovane età. “Per prevenire un invecchiamento precoce, dice Paola Caminiti, basta qualche seduta di biorivitalizzazione a base di sostanze minerali, complessi polivitaminici, estratti placentari che, insieme all’acido ialuronico stimolano e riattivano le cellule che compongono la parte più vitale della cute, cioè il derma”. Si completa il trattamento con un massaggio e l’applicazione di una maschera a base di acido acetilsalicilico. Già dalla prima seduta, i tessuti sono più sodi e c’è un miglioramento generale della texture della pelle e una maggiore idratazione. Per ottenere dei risultati che durano nel tempo sono consigliate tre sedute a cadenza mensile, da ripetersi due volte l’anno.

SOS capelli

Quando si parla di capelli è impossibile dimenticare che rappresentano la cornice del viso. Che cosa fare se perdono forza, consistenza e cadono, indipendentemente dalla stagione? Anche in questo caso la biorivitalizzazione ci viene in aiuto. Come? Iniettando con microaghi direttamente nel cuoio capelluto – vicino alla radice dei capelli – un “mix” di sostanze studiate appositamente per prevenire e trattarne le differenti problematiche, utilizzando una tecnica definita a “microponfi”, che permette di attutire il fastidio della penetrazione degli aghi e una distribuzione omogenea del prodotto.

“La formulazione – osserva la Dottoressa Paola Caminiti − è a base di acido ialuronico, zinco, vitamine del gruppo B e aminoacidi (i principali componenti delle proteine), tutte sostanze fondamentali per contrastare la caduta dei fusti, ristrutturare, rinforzare, reidratare e normalizzare il cuoio capelluto. La seduta dura 20-30 minuti. I risultati sono visibili a partire dalla terza seduta con conseguente aumento di consistenza e forza del capello. Al contempo, anche il processo di caduta in corso viene rallentato e a poco a poco arrestato, lasciando spazio alla ricrescita. Il protocollo prevede dieci sedute a cadenza settimanale, da effettuare preferibilmente in inverno e in primavera con regolarità e costanza per non arrestare il processo di miglioramento”.

La biorivitalizzazione omeopatica o meglio omotossicologica

È una chance per chi non può sottoporsi alla versione classica. Infatti, una delle motivazioni che spingono buona parte delle pazienti a scegliere questa via sono le intolleranze nei confronti delle altre sostanze. “Così come avviene per il trattamento classico, commenta la Dottoressa Caminiti, si eseguono una serie di iniezioni sottopelle della sostanza opportuna, già diluita e dinamizzata secondo i principi omeopatici per sfruttare al massimo le potenzialità del trattamento”. Anche se gli effetti sono visibili già dalla prima seduta, è necessario prevedere un ciclo di un minimo di sei appuntamenti perché questi si stabilizzino.

Ma non è tutto: la biorivitalizzazione viene abbinata anche ad altre metodiche estetiche, in modo da garantire un effetto ancora più soddisfacente, come ad esempio dopo una seduta di laser. “In questo caso si inietta acido ialuronico in forma libera, così la parte trattata appare subito più uniforme e si mimetizzano anche eventuali segni che può aver lasciato il laser”, conclude la Dottoressa Paola Caminiti.

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