giovedì, Marzo 28, 2024
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IL VECCHIO PIANO REGOLATORE DI MILANO

di Carlo Radollovich

La nostra città, nel 1932, raggiungeva il traguardo del milione di abitanti e alcuni anni prima, sotto l’egida del regime, era stato bandito un concorso a livello nazionale per conferire a Milano un volto più nuovo e moderno.

Per quanto riguarda gli studi compiuti sul piano regolatore, riuscirono ad emergere e a raggiungere il massimo delle preferenzialità con il loro progetto, gli architetti Piero Portaluppi (autore tra l’altro del Planetario di corso Venezia) e Marco Semenza.

Tale progetto venne controfirmato da colui che rivestiva all’epoca la carica di ingegnere-capo del Comune, ossia Cesare Albertini, il personaggio che promosse tra l’altro la costruzione del primo grattacielo della città e cioè la Torre Snia Viscosa in corso Matteotti.

Nel tentativo di svecchiare e di innovare sostanzialmente, magari in forma un po’ troppo radicale, si fece ricorso all’uso del piccone. Anche il centro storico non venne risparmiato e si autorizzarono sventramenti per consentire la nascita di nuove vie e piazze.

Ricordiamo ad esempio l’ampia arteria che mette in comunicazione piazza San Babila con piazza della Scala (vedi corso Matteotti, denominato prima della guerra corso del Littorio). Nasceva pure piazza Diaz alle spalle di palazzo Reale, con il successivo, monumentale accesso a piazza Duomo.

Da non dimenticare anche piazza degli Affari, sulla quale si affaccia l’imponente palazzo della nuova Borsa (vedi foto), opera del geniale architetto Paolo Mezzanotte (1878-1969).

Il piano regolatore di Cesare Albertini diventò pienamente operativo nel 1934 e la sua realizzazione si completò oltre la seconda metà degli anni Trenta.      Questo piano seppe suscitare, negli architetti, la creazione quasi infinita di progetti in cui sbizzarrirsi  per l’edificazione di nuove costruzioni.

Vennero perciò eretti nuovi palazzi che conferirono anche a nuovi quartieri, non soltanto al volto del nostro centro storico, caratteristiche ben inserite e permeate, per certi versi, di una singolare e originale attrattiva.

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