venerdì, Marzo 29, 2024
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SECONDA GIORNATA DI CONVENTION CON STEFANO PARISI

di Carlo Radollovich

Nella seconda giornata della convention Lorenzo Maternini, laureato in Scienze delle Comunicazione, che oggi si occupa attivamente di innovazione ritiene che il talento come tale abbia sempre arricchito il nostro Paese, spesso frutto del lavoro di più persone. La condivisione che coinvolge i vari team è essenziale per far partire l’innovazione, cercando in ogni caso di costruire uno speciale sistema, il ben noto coworking, destinato agli innovatori. Ma qual è il vero segreto? Impegnarsi, tra l’altro, nell’attrarre giovani talenti nel mondo aziendale.

Emmanuele Massagli, ricercatore scientifico, è del parere che sul lavoro non debbano essere inseriti dogmi. Si dovranno anzi applicare regole leggere legate ad un contratto individuale che possa tra l’altro prevedere una formazione continua. Si dovranno comunque inserire meno norme che tuttavia risultino ben comprensibili. Una delle cose più importanti? Rimettere la persona sempre al centro dell’attenzione. Rosario Bifulco, ingegnere meccanico, AD della Mittel SpA, ha osservato con amarezza che la spesa sanitaria pubblica è ormai bloccata da anni sui 110 miliardi di euro e che la qualità del servizio risulta peggiore se si considerano le lunghe liste d’attesa per visite o interventi. Che cosa si dovrà intraprendere? Stimolare tra l’altro la qualità dell’offerta.

Antonio Gozzi, imprenditore, manager e presidente della Federacciai, ha rilevato anzitutto che la Cina, sino a pochi anni fa produttore relativamente piccolo di acciaio, oggi produce il 50% dell’acciaio mondiale. Per contro, l’Europa appare sempre più debole, considerando pure che negli ultimi anni si è perso il posto di circa 110mila addetti.

Tra le priorità occorre dunque rafforzare l’Europa riformando la regulation. Un’osservazione finale a proposito di ambiente. Le norme italiane, a questo riguardo, risultano addirittura più severe rispetto a quelle europee.

Danilo Galvagni, segretario Cisl Milano, ritiene che oggi si devono anzitutto governare i cambiamenti, mettendo in grado le persone di esprimere le proprie potenzialità. Occorre poi organizzare attivamente l’apprendimento e costituire una società che possa educare nel modo migliore per porsi susseguentemente al servizio dei cittadini. Per concludere, auspica che sia sempre in sintonia il rapporto tra la costruzione del pensiero e la costruzione del mondo del lavoro.

Nicolò Boggian, direttore di associazioni no profit ed esperto in meritocrazia, informava anzitutto che i veri pilastri della società sono i seguenti: libertà, educazione, pari opportunità, attrattiva dei talenti, trasparenza e mobilità. Come siamo messi in Italia? Piuttosto male. Occorre poi ridare un preciso senso alla parola equità affinché tutti possano godere di pari opportunità. Sappiamo invece che donne e giovani vengono penalizzati. La scuola svolge un ruolo importante, non vi è dubbio, ma occorre purtroppo sottolineare che l’80% dei datori di lavoro sostiene che la stessa scuola non prepari a sufficienza gli studenti.

Annalisa Chirico, laureata in Scienze politiche alla LUISS, giornalista, ha portato al centro dell’attenzione la giustizia. Ora appare lenta più che mai ed è presente in Italia a macchia di leopardo: tribunale che vai, giustizia che trovi. A volte si tratta di giustizia con sentenze inadeguate e ci si chiede: chi desidera investire in Italia con queste storture? Si rischia la desertificazione. Accenna poi ad un quadro importante: sussiste il rischio che una minoranza della magistratura agisca con finalità politiche.

Piergaetano Marchetti, già presidente di RCS Quotidiani ed ex docente alla Bocconi, ha sottolineato che la cultura è ingrediente essenziale di crescita anche in tema di economia. Occorre però creare nuove forme, sempre attraverso l’impresa culturale.

Veronica De Romanis, economista e docente, rilancia alcuni obiettivi. Anzitutto la crescita. Occorre recuperare i livelli sui quali ci si attestava prima della crisi. Tuttavia non si può non evidenziare che siamo nettamente in ritardo rispetto alla Germania. Poi bisogna migliorare il debito pubblico (peggio di noi solo la Grecia) e far sì che il tasso di occupazione, diminuito sensibilmente dal 2005, torni a risalire. Sulla gravità della disoccupazione giovanile sono già state scritte ampie pagine. Si potrà ripartire grazie anche ad una concreta riduzione del cuneo fiscale, applicare una spending review molto seria, interventi strutturali e soprattutto politiche attive nel mondo del lavoro. Crescita significa anche l’inserimento di più donne nel mondo del lavoro.

pubblico-parisiHa concluso la due giorni Stefano Parisi elogiando anzitutto i relatori per i loro interventi veramente ricchi di contenuto, assolutamente privi di slogan. Da ieri inizia il lavoro vero affrontando molti temi. Occorrerà soprattutto raccogliere idee tra coloro che non vorranno solo ascoltare la politica. Dovremo soprattutto capire il nostro futuro, non soffermandoci al prossimo semestre, ma pensare al lungo periodo. Ha espresso poi sconcerto a proposito di Matteo Renzi, “maestro di furbizie tattiche”: dopo quattro incontri con gli alleati europei, sono emerse quattro linee diverse: è incredibile. Occorre poi superare l’invidia che danneggia sempre e lavorare invece gomito a gomito per poter generare un nuovo spirito con un approccio innovatore. Il centrodestra è profondamente alternativo al centrosinistra e si propone un’alternativa vera, in modo unitario. Occorre però anche ricreare quella spinta liberale che si è purtroppo persa negli ultimi anni, aggiornando le nostre “ricette” rispetto al 1994 perché il mondo è cambiato. Esiste poi un impoverimento della nostra classe media e nessuno si occupa più del Sud che invece offre molte opportunità. Lo Stato non è presente. E occorre ricostruire la politica con una missione vera al servizio del Paese. E poi reinserire la sicurezza sul lavoro che significa avere fiducia nelle imprese, adottando soluzioni nuove. Ciò significa anche avere meno morti sul lavoro.

Ha attaccato infine i grillini: “serve esperienza, non basta essere usciti dalle primarie con il web”. Ha concluso poi invitando l’intero centro destra all’unità. Solo così si vince.

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