sabato, Maggio 11, 2024
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Ritardi alla reception ospedaliera

In attesa che negli ospedali si liberi un letto di cui avvertiamo la necessità, viene spesso usato nei nosocomi il termine “boarding” ossia, tradotto alla lettera, “portare a bordo”. I tempi d’accesso possono essere abbastanza (molto) lunghi, anche se, secondo informazioni ospedaliere, non si dovrebbero oltrepassare le otto ore tra accettazione e ricovero.

E malgrado si registri un leggero miglioramento rispetto allo scorso anno, tale tempistica viene spesso abbondantemente superata. E’ il caso, ad esempio, del Policlinico, di Niguarda, Humanitas e San Raffaele, ove si sfora anche del 30 per cento il tempo limite.

Va però menzionato che nei pronto soccorso specialistici (vedi ortopedia presso il Gaetano Pini e cardiologia presso il Monzino), si accerta lo sforamento del tempo limite solo per un ricovero su cinque. In ogni caso, laddove l’attesa per un letto viene ritardato oltre misura, ciò va sicuramente a danno delle persone fragili e degli anziani.

Inoltre, non dimentichiamo anche un altro fattore: certe persone ormai guarite, ma che vivono da sole o che comunque sono prive a casa di qualsiasi aiuto, tendono a ritardare il giorno delle dimissioni e ciò scombina non poco i programmi ospedalieri.

Vi è poi la necessità di tenere sempre sgombri alcuni letti per malati che, a causa delle loro precarie condizioni di salute, desiderano un ricovero immediato. Perciò occorre creare, con oculato e giusto tempismo, una concomitanza pratica tra nuovi ricoveri e dimissioni delle persone guarite, sfrondando al massimo qualsias iter burocratico.

Insomma, salvo decisi miglioramenti che noi tutti auspichiamo, dobbiamo in ogni caso sconfiggere un vecchio proverbio cinese a proposito di “coperte corte” ospedaliere (con allusione ai letti mancanti) e che recita: “se la coperta è corta, impara a rannicchiarti”…

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