mercoledì, Aprile 24, 2024
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Le aggregazioni al Comune di Milano (1923)

Esattamente cento anni fa, i vecchi Comuni alle porte della nostra città, ossia Affori, Baggio, Chiaravalle, Crescenzago, Gorla-Precotto, Greco, Lambrate, Musocco, Niguarda, Trenno e Vigentino, cessavano di gestire la propria sede municipale perché assorbiti dalla grande Milano.

Questi antichi paesi, ora semplicemente rioni milanesi, avevano anche la possibilità di disporre di medici condotti, levatrici, scuola elementare e relativi insegnanti nonché di un cimitero. Tuttavia va menzionato che una prima annessione si era verificata già nel 1918, quando il Comune di Turro abbandonava la propria “indipendenza” per venire assorbito da Milano.

Per la verità, le iniziative per promuovere le aggregazioni citate erano già cominciate nel 1918 con i primi passi compiuti dal sindaco di Milano Emilio Caldara, in carica dal 1914 al 1920, il quale intravide la possibilità che molti centri periferici potessero confluire nella nostra città.

Ma la svolta istituzionale avvenne soltanto nel 1923, quando il sindaco di Milano Luigi Mangiagalli, d’accordo con le autorità del Ventennio, poteva dare il via alle aggregazioni. Grazie a queste “dislocazioni”, la popolazione di Milano aumentava del 17 per cento, mentre in misura decisamente superiore cresceva l’area nel suo complesso.

Infatti, prima che gli undici Comuni si unissero alla città, tale area aveva un’estensione pari a 76 chilometri quadrati per poi raggiungere una dimensione di tutto rispetto con 182 kmq.

Una nota curiosa. Anticamente borghi e terre, al di là dei confini murari milanesi, venivano denominati Corpi Santi. Una delle diverse spiegazioni esistenti, nel tentativo di chiarirne il significato, pare che tali territori (chiamati “Corpi” ossia fondi prediali) passassero nel Medio Evo dalla giurisdizione amministrativa del re di Germania a quella dei Vescovi.

In ogni caso, il Centenario a cui abbiamo fatto riferimento (1923-2023) costituisce tra l’altro l’occasione culturale e storica per arricchire le nostre conoscenze, oltre agli undici vecchi Comuni, su antiche località della periferia milanese.

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