venerdì, Marzo 29, 2024
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Anna Magnani, un mito del cinema

Nasce a Roma nel 1908 da Marina Magnani e da padre ignoto. La madre, poi sposatasi con un ricco imprenditore austriaco, si trasferisce ad Alessandria d’Egitto e affida Anna ad una nonna. Questa l’avvia allo studio della musica e l’iscriverà al Liceo Musicale Santa Cecilia.

Ma dopo due anni si ritira per iniziare un intensivo corso di recitazione, tanto che non ancora ventenne la troviamo tra gli allievi dell’Accademia d’Arte Drammatica diretta da Silvio d’Amico, e qui è compagna di studi del futuro grande attore Paolo Stoppa.

Dopo essere entrata nella compagnia di Dario Niccodemi, nel 1932 Anna Magnani può già considerarsi una diva del teatro leggero. Comincia pure ad apprezzare il suo corpo di donna, i propri capelli corvini. E malgrado un carattere piuttosto ombroso, quasi severo, diventa prima attrice nella compagnia di Michele Gandusio.

Contemporaneamente non si dichiara adatta ad interpretare ruoli nel cinema, forse perché non supportata dal marito Goffredo Alessandrini, cineasta, sposato nel 1935, il quale asserisce tout court che la moglie è decisamente negata per interpretare parti sullo schermo.

Per contro, Vittorio De Sica la porta sul set offrendole una significativa interpretazione nel film “Teresa Venerdì”, ove Anna sa esprimere tutta la sua verve e il suo estro assai particolare. Lasciato il marito nel 1950, avvia una relazione con Massimo Serato, dal quale avrà un figlio, Luca.

In tre film “Campo dei fiori”, “L’ultima carrozzella” e “Roma città aperta”, la Magnani sa sprigionare nei personaggi interpretati tutta la prorompente figura della romanaccia arguta, un tantino brusca, ma sempre generosa.

Il festival di Cannes del 1946 consacra vincitore Roberto Rossellini con “Roma città aperta” e l’attrice si lega a lui, ma solo per breve tempo, perché innamoratosi di Ingrid Bergman.

Nel 1951 la Magnani fa esplodere tutta la sua espressività in un film di Luchino Visconti, “Bellissima”. Ma ecco che si sta per compiere a suo favore un grande risultato: accetta di lavorare negli Stati Uniti in un film di Daniel Mann “La Rosa tatuata” e riuscirà a vincere niente meno che un Oscar.

Anna Magnani interpreta anche “Nella città l’inferno” di Renato Castellani, “Risate di gioia” di Mario Monicelli, “Mamma Roma” di Pier Paolo Pasolini, ma l’attrice percepisce che il suo rapporto con il cinema si fa insoddisfacente e soprattutto logoro.

Tuttavia, due memorabili interpretazioni in “Made in Italy” di Nanni Loy e in “Roma” di Federico Fellini sembrano ridarle ossigeno interpretativo, ma non fungono da pedana per un suo valido rilancio.

Fa tempo ad interpretare per la televisione quattro film, l’ultimo dei quali, “Correva l’anno di grazia 1870”, viene messo in onda il 26 settembre 1973, lo stesso giorno in cui si spegne, stroncata purtroppo da un fatale tumore al pancreas.

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