sabato, Aprile 20, 2024
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Ada Boni, la scrittrice gastronoma

Con il cognome di famiglia Giaquinta, nasce a Roma nel 1881 in un clima agiato e trascorre l’infanzia serenamente tra i lussuosi appartamenti di palazzo Odescalchi e l’ampia villa di Santa Marinella.

Sin da ragazza mostra grande passione per tutto ciò che avviene in cucina, certamente ben indirizzata dallo zio Adolfo, insegnante e pure chef, fondatore dell’apprezzata rivista “Il Messaggero della Cucina”. Lei abbraccia tutte le dritte culinarie che le pervengono dallo zio, definendo la cucina la più piacevole delle arti.

Nel 1915 fonda e dirige la rivista “Preziosa”, dedicata in gran parte all’economia domestica, incoraggiata dal marito Enrico Boni (d’ora in poi Ada si firmerà sempre con questo cognome), noto critico musicale e anche lui, per diletto, dedito a quanto si “produce” tra i fornelli.

La “Preziosa” resta in vita sino al 1959 ed è particolarmente gradita dal pubblico femminile che la giudica non solo valida, ma anche divertente. Ovviamente Ada Boni, nel formulare le sue ricette, si preoccupa della loro facilità d’esecuzione e, nell’ambito di questo gustoso mondo, apre una indovinata scuola di cucina frequentata per lo più dall’alta borghesia.

Un particolare apprezzamento le perviene dalla regina Margherita, la quale, avendo appreso che la gastronoma sarebbe stata presente ad un concerto presso il teatro Augusteo di Napoli, chiede di lei durante un intervallo per poi abbracciarla affettuosamente.

Ed ecco avverarsi un sogno per la scrittrice: riesce a dare alle stampe “Il talismano della felicità” un indovinato saggio che si occupa di cucina. Ma c’è di più. Ada Boni si mette in contatto con le lettrici grazie anche al suo secondo libro “Elogio della cucina italiana”, ove illustra con garbo le tradizioni gastronomiche italiane.

Si registra un vero successo di vendite per questo testo, non solo in Italia, ma anche all’estero perché tradotto in diverse lingue. Qui si sottolinea una necessaria particolarità secondo Ada: puntare sempre sulla qualità dei piatti anziché sulla quantità.

Citiamo alcuni suoi ulteriori libri: “La Cucina Romana”, “Prime esperienze di una piccola”, “Cucina regionale italiana” (pubblicato dopo la sua morte), quest’ultimo tratto da una collaborazione di Ada con la rivista femminile “Arianna”.

Si spegne molto avanti negli anni, stroncata da una polmonite, nel maggio del 1973, tra le mura della sua casa romana.

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