sabato, Novembre 23, 2024
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MONTE STELLA E GIARDINO DEI GIUSTI

di Carlo Radollovich

Moltissimi milanesi conoscono e frequentano il fascinoso Monte Stella che si erge con la sua chioma verde a lato del quartiere QT8, nelle vicinanze di San Siro.

Sappiamo che la collinetta è artificiale, inizialmente costruita con le macerie di case che le forze angloamericane avevano distrutto durante il secondo conflitto mondiale. Successivamente, si allestivano gradoni in cemento per arginare ulteriori accumuli di detriti depositati che, alla fine di complessi lavori, consentivano al Monte Stella di estendere la propria superficie sino a circa 370mila metri quadrati tra superficie verde (prati) e aree boschive.

Nel 2003 si poté creare, sempre sul Monte Stella, uno speciale “giardino”, voluto dal sindaco Letizia Moratti, dalle Comunità ebraiche italiane e da GARIWO (Gardens of the Righteous Worldwide) un’associazione no profit con sede a Milano. Venne battezzato Giardino dei Giusti, per ricordare persone coraggiose e valorose che si opposero con tutte le proprie energie ai crimini contro l’umanità.

Mesi fa, i residenti chiesero, con tanto di petizione scritta, che il Giardino dei Giusti potesse essere ampliato, con sentieri lastricati e muri ispirati al ricordo degli indimenticabili personaggi che sacrificarono la loro vita per non far morire concetti dall’irrinunciabile valore. Si intendeva in tal modo dare eco ancora più ampia a questo importantissimo sacrario alla memoria.

Ma il TAR, in questi giorni, ha legiferato in proposito non aderendo all’iniziativa, dichiarando anzi che trattasi di pretese illegittime e respingendo al tempo stesso la richiesta dei residenti e quella di Italia Nostra.

In conclusione: sono risultati sconfitti non solo i residenti, ma anche il Municipio 8, dichiarato testualmente “non competente ad esprimere pareri vincolanti in materia ambientale”.

A questo punto, cittadini e comitati vari dovranno avviarsi verso un’importante presa di posizione, valutando opportunamente se impugnare la sentenza emessa dal TAR per poi ricorrere al Consiglio di Stato.

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