giovedì, Dicembre 5, 2024
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Ematologia

Le innovazioni in ambito ematologico degli ultimi 20 anni hanno permesso…

…di rivoluzionare la prognosi e la storia clinica di diverse patologie, sia oncologiche che no, aumentando radicalmente la curva di sopravvivenza e migliorando la qualità di vita di moltissimi pazienti.

Per liberare tutto il potenziale di questa profonda evoluzione, soprattutto in ottica futura, occorre tuttavia lavorare su più dimensioni, a partire dalla revisione dei modelli clinico-assistenziali. Le nuove terapie richiedono non solo l’adozione di un approccio multidisciplinare nella presa in carico e gestione dei pazienti, ma anche un adeguamento del personale sanitario in termini organici e formativi. Allo stesso tempo, per garantire equità nell’accesso e nella qualità dell’assistenza, è essenziale definire un modello di governance che metta a sistema le competenze sviluppate a livello regionale, diffondendo procedure diagnostiche e terapeutiche maggiormente standardizzate.

Il Position Paper “Le frontiere dell’innovazione terapeutica e gli impatti sull’organizzazione in Ematologia”, elaborato da The European House – Ambrosetti con il contributo non condizionante di Novartis e presentato in data odierna nella prestigiosa sede di Palazzo Grazioli, sede dell’Associazione Italiana della Stampa Estera in Italia, parte da queste riflessioni per elaborare raccomandazioni e proposte specifiche finalizzate al miglioramento della qualità di vita dei pazienti e alla creazione di valore per il sistema sanitario.

Secondo Daniela Bianco, Partner di The European House – Ambrosetti e Responsabile della Practice Healthcare: “Nel nostro Paese, se da un lato scontiamo un gap di risorse dedicate alla ricerca e sviluppo rispetto ai principali competitor, dall’altro possiamo vantare un posizionamento di rilievo in diversi settori della ricerca avanzata, compresa l’ematologia, forte di una lunga tradizione di eccellenza. Considerando che l’ematologia è pioniera nella medicina traslazionale – quel tipo di ricerca che punta a portare rapidamente le innovazioni dal laboratorio alla pratica clinica per migliorare concretamente la vita dei pazienti – promuovere un confronto e un dialogo tra le istituzioni e la comunità medico-scientifica e i rappresentanti dei pazienti è essenziale in questa fase per sostenere e incentivare lo sviluppo dell’ematologia nel nostro Paese”.

Durante la Conferenza Stampa, organizzata su iniziativa dell’On. Ugo Cappellacci, il Presidente della Commissione Affari Sociali della Camera è intervenuto sottolineando: “L’ematologia rappresenta un ambito di fondamentale importanza e innovazione, con terapie all’avanguardia che possono cambiare radicalmente la vita dei pazienti. Così come per i tumori solidi, dove abbiamo sviluppato reti oncologiche per garantire un accesso più equo e coordinato alle cure, anche per l’ematologia è necessario adeguare i modelli organizzativi, creando percorsi strutturati e un coordinamento nazionale. Il Parlamento e le istituzioni sono pronti a fare la loro parte, per assicurare che questi progressi siano accessibili a tutti i cittadini”  

Sempre in termini di accesso, il Position Paper mette in luce la presenza tra le malattie ematologiche di molte condizioni rare o ultra-rare, che richiedono diagnosi tempestive e cure altamente specializzate. Gestire in maniera equa questa complessità implica una maggiore omogeneità non solo tra i percorsi terapeutici ma anche tra le attività delle diverse reti ematologiche. Come evidenziato da Marco Vignetti, Presidente della Fondazione GIMEMA, “È fondamentale istituire un coordinamento nazionale delle reti ematologiche, capace di armonizzare e riorganizzare l’assistenza, e ridurre le disuguaglianze tra le Regioni. Solo una governance centralizzata, che coinvolga i rappresentanti di tutte le reti dei professionisti coinvolti e dei pazienti, potrà garantire equità nell’accesso alle cure su tutto il territorio. In questo senso, l’attività diagnostica rappresenta un ambito prioritario d’azione: una maggiore centralizzazione degli esami per competenze richieste permetterebbe di massimizzare l’appropriatezza e l’efficacia delle nuove terapie, oltre alla loro sostenibilità economici”.

Alle sfide di governance, si aggiunge anche quella del capitale umano che – oltre a riguardare in maniera trasversale tutto il sistema sanitario – risulta particolarmente urgente in ambito ematologico dove l’attività clinica si caratterizza anche per una componente di ricerca e non solo assistenziale. L’importanza di valorizzare il capitale umano, in particolare i giovani, quale scelta strategica e non più rimandabile, è stata sottolineata anche dal Professor Paolo Corradini, Presidente della Società Italiana di Ematologia. “Troppo spesso i nostri talenti scelgono di andare all’estero alla ricerca di condizioni lavorative maggiormente vantaggiose, con ampie e profonde ripercussioni sull’assistenza e sulla ricerca sanitaria. Lavorare su stipendi adeguati e carichi di lavoro sostenibili, due temi da tempo al centro del dibattito pubblico, sono due azioni concrete per trattenere e valorizzare le nostre migliori risorse, necessarie ma non sufficienti. Per fare la differenza e rendere la professione e il settore sanitario più attrattivi e competitivi, serve un sistema che premi il merito e migliori i percorsi di carriera per medici e infermieri”.

Il documento presentato evidenzia l’importanza di un’azione congiunta tra istituzioni, esperti, professionisti del settore e pazienti per affrontare le nuove sfide, come la cronicizzazione di molte patologie ematologiche che, con le sue ricadute sul piano fisico, psicologico e sociale per pazienti, familiari e caregiver, richiede un impegno sempre crescente. Sottolinea Giuseppe Toro, Presidente Nazionale AIL: “Le recenti innovazioni terapeutiche, che hanno radicalmente modificato la prognosi e il decorso di molte malattie oncoematologiche, stanno determinando anche una progressiva trasformazione dei modelli di assistenza sanitaria. Valorizzare il contributo di AIL su tutto il territorio nazionale come supporto complementare, e non alternativo, al servizio pubblico può fare certamente la differenza anche per una gestione più equa e accessibile”.

dott. Giuseppe Toro

I temi finora trattati mettono in evidenza le sfide organizzative e regolatorie che dobbiamo affrontare per cogliere le opportunità dell’innovazione terapeutica. Per superare queste sfide, sarà necessario un approccio integrato che sfrutti competenze e soluzioni sinergiche e complementari, con la partecipazione attiva di tutti gli stakeholder, incluso il settore farmaceutico. Secondo Paola Coco, Chief Scientific Officer e Medical Affairs Head di Novartis Italia: “L’ematologia è un’area in cui l’arrivo di nuove terapie potrà apportare benefici importanti per prolungare e migliorare la vita dei pazienti. Novartis, da sempre, è impegnata nello sviluppare innovazione terapeutica, promuovere equità nell’accesso e collaborazione con la comunità medico-scientifica, le associazioni di pazienti e le istituzioni per affrontare le sfide sanitarie del futuro. Un esempio concreto del nostro impegno è testimoniato dai nostri investimenti in R&S, così come il supporto a progetti atti a migliorare il percorso diagnostico terapeutico del paziente come la collaborazione con la Fondazione GIMEMA per la creazione di LabNet dal 2009, una rete che collega i medici con laboratori specializzati, migliorando la diagnosi e il trattamento delle malattie del sangue”.

Sulla base di quanto descritto e ulteriormente approfondito nel Position Paper, realizzato The European House – Ambrosetti ha sviluppato le seguenti proposte di policy, che si sviluppano in 2 linee di intervento e 7 priorità d’azione.

In termini di Governance, emerge la necessità di implementare un modello di coordinamento nazionale delle reti e dei percorsi ematologici/emato-oncologici per garantire una migliore gestione dei pazienti, maggiore equità nell’accesso e nella qualità dell’assistenza, tramite:

Istituzione presso il Ministero della Salute di un Coordinamento nazionale delle Reti Ematologiche regionali con un ruolo strategico di indirizzo, armonizzazione e assistenza, che coinvolga rappresentanti delle reti dei professionisti (ematologi, esperti di laboratorio, …) e dei pazienti;

Istituzione presso AGENAS di un Osservatorio per il monitoraggio e la valutazione dello stato di attuazione e del funzionamento delle Reti ematologiche;

Riorganizzazione dell’attività diagnostica per garantire equità nell’accesso, attraverso una maggiore centralizzazione degli esami per competenze e il riconoscimento delle reti diagnostiche di alta qualità già esistenti (es. LabNet).

A livello di capitale umano, è essenziale migliorare la programmazione dei fabbisogni del personale sanitario sia a livello formativo che organizzativo, tenendo conto dell’evoluzione della pratica clinica e dell’innovazione terapeutica e tecnologica, attraverso alcune azioni prioritarie:

Revisione dei criteri di programmazione a partire dal sistema del «minutaggio» del personale infermieristico;

Adeguamento dei corsi di specializzazione per personale medico specialista in ematologia all’evoluzione delle terapie e previsione di percorsi formativi per infermieri esperti in ematologia;

Rafforzamento e tutela del riconoscimento giuridico-istituzionale dell’infermiere di ricerca clinica;

Potenziamento degli organici del personale tecnico e amministrativo a partire dai data manager e definizione del loro inquadramento.

Sono intervenuti alla Conferenza Stampa anche gli altri esperti che, con le loro riflessioni e i loro spunti, hanno contribuito alla realizzazione del Position Paper: Mauro Krampera, Coordinatore della Rete Ematologica Veneta; Roberto Lemoli, Referente Ematologia del Dipartimento Interaziendale Regionale Oncoematologico della Liguria; Massimo Martino, Presidente del Gruppo Italiano per il trapianto di midollo osseo, delle cellule staminali emopoietiche e terapia cellulare (GITMO); Fabrizio Pane, Referente per Malattie del Sangue nella Conferenza Permanente Collegi Area Medica e Chairman del Working Party Neoplasie Mieloproliferative Croniche nella Fondazione GIMEMA.

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