Si narra che, agli inizi del Cinquecento, una bellissima fanciulla di Trezzo d’Adda, figlia di un ricco possidente del luogo, amasse trascorrere durante l’estate parecchie ore vicina al fiume. La ragazza, di nome Lucia, terminate le lezioni con un colto precettore, amava infatti ritirarsi tutta sola a contatto con la natura.
Si bagnava nell’Adda, si gustava ore sotto un sole molto caldo e poi amava rincorrere nel bosco alcuni animaletti tra cui i volpacchiotti e i tassi. Coccolava anche piccoli ricci. Susseguentemente ritornava al fiume e si bagnava nuotando con molto vigore.
Credeva di essere sola, ma un baldo giovane, di nome Tonio, la stava osservando da lontano, rapito dalla sua splendida linea. Attese che la ragazza si rivestisse e si presentò, avviando subito una cortese conversazione che incanto’ Lucia.
I ragazzi iniziarono presto a frequentarsi, anche in paese, e si innamorarono quasi subito con immenso affetto, scambiandosi infinite promesse per il futuro. Ma un giorno Tonio venne a contatto con una compagnia di ventura e ottenne una precisa offerta di lavoro: entrare al servizio di un noto condottiero, ricevendo una lauta ricompensa.
Certo, doveva combattere duramente, ma un accordo fu concluso. Tonio era sicuro che il fragore delle armi l’avrebbero conquistato. Ne parlò con Lucia, la quale respinse totalmente questa idea del fidanzato. Disse però fra se’ e se’: se Tonio preferisce le armi anziché dedicarsi alla vita matrimoniale, anch’io mi trasformerò in una guerriera.
Si procurò un cavallo, una spada e un’armatura completamente bianca, si addestrò arruolandosi presso una poco raccomandabile compagnia di bravi. Prese parte con successo ad alcuni combattimenti e presto la sua candida figura di guerriera senza paura si fece notare anche all’estero.
Trascorsi alcuni mesi, Lucia e i suoi compagni d’armi si scontrarono con alcuni soldati provenienti dalla Svizzera, comandati da un cavaliere dall’aspetto feroce. La guerriera dispose che il combattimento venisse effettuato esclusivamente tra lei e il cavaliere misterioso, senza nessun tipo d’intervento da parte degli armigeri.
Lucia lo fronteggiò con un’alternanza di fendenti e piccoli colpi di spada. Lui incassò i colpi, però barcollò, fu ferito ad un fianco e stramazzò a terra, ucciso. Trascorsero alcuni mesi prima che Lucia decidesse di deporre le armi per fare ritorno al suo paesello.
Chiese subito ad alcuni contadini se avessero avuto notizie da parte di Tonio. Non ricevette alcuna risposta finché un vecchio saggio di Trezzo le riferì che il combattente Tonio venne ucciso senza pietà da un capo militare completamente rivestito con un’armatura bianca.
Lucia, distrutta dal dolore e dal rimorso, se ne andò dal paese e nessuno seppe più nulla di lei. Ma qualcuno giura che, nelle notti di tempesta, il fantasma di una giovane con in mano una spada cavalca a spron battuto su Trezzo, mettendo in mostra un volto pallidissimo ed emaciato…