venerdì, Novembre 22, 2024
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Je t’aime, l’ultimo singolo di Marea

La Senna scorre lenta, eppure viva come una vena pulsante. E porta con sé emozioni, ricordi, passioni. Camminando lungo il fiume parigino, Marea, la cantautrice mantovana (il suo vero nome è Paola Sbarbada Ferrari), ha sentito risvegliarsi in lei la sua vena romantica.

La canzone che ha scritto di getto nasce proprio da quelle sensazioni. Il titolo ne è solo una ovvia  conferma “Je t’aime”. Quando si è innamorati questo è il luogo migliore per apprezzare un sentimento che sgorga dal cuore. E anche la lingua si deve adeguare. Il francese è quella più adatta per esprimere queste sensazioni nelle quali tutti noi ci riconosciamo e che, in fondo, hanno bisogno di poche parole. Che sembrano usurate e, invece, quando le pronunciamo, se sono sincere, sono nuove di zecca. Brillano come stelle in un cielo buio e ci emozionano.

Marea canta: “ Oui, moi je t’aime/ encore et encore/dans le ciel noir à cheval sur la lune/cheval sur la lune/dans ‘l sac à dos mon amour pour toi/amour pour toi./e prends les étoiles,/seulement pour toi, seulement pour toi”.

Chi può rappresentare meglio la sensazione di una donna innamorata che vuole con tutta l’anima credere che il suo amore sarà eterno? La natura, la luna, le stelle, che si trovano oltre il tempo e rendono il sentimento che condividiamo con la persona amata infinito, al di là del limite della natura umana.

La musica sottolinea questi momenti unici. La gioia sconfina con una certa melanconia di fondo che però non lascia tracce di tristezza ma la languida e pervasiva sensazione che, grazie all’amore che ci unisce all’altra persona, siamo in grado di  cogliere la felicità incontenibile del creato. Con questa affermazione ci siamo spinti troppo in là? No, in fondo stiamo parlando di quella che Prévert chiama “microeternità”, il dono degli innamorati.

La passione di Marea per la musica nasce da quando è una ragazzina. I suoi idoli De André, Mina, Aznavour. Ma lei non si fa mancare nulla. Anche la musica lirica l’affascina e qui entrano in gioco pezzi da novanta come Puccini e Verdi. Quando si ama qualcosa si sente il bisogno di conoscerla più a fondo e Paola studia canto e chitarra acustica. Un suo maestro, Lamberto Zanola, intuisce le sue capacità e la invita a esplorare la strada della composizione. Una strada che sarà ricca di soddisfazioni e che si compirà anche grazie a musicisti e arrangiatori di primo piano, come Susa, Zangirolami e Bontempi. Un mix di esperienze che le ha consentito di crescere artisticamente, insieme ad un team di  altre musiciste di talento, Elisabetta Filippini Alessandra Dresda.

Ma Paola Sbarbada Ferrari è una donna dal multiforme ingegno. Non solo musica nelle sue passioni, ma anche letteratura. E’ al secondo libro pubblicato con le edizioni Gilgamesh L’oblio dei tuoi occhi” che sta avendo una buona risposta da parte del pubblico. Si tratta di  una analisi introspettiva che pesca nella memoria e negli affetti famigliari più profondi per delineare il profilo di una donna volitiva e coraggiosa. Una lettura che vi consigliamo.

Copertina dell’ultimo libro di Paola Sbarbada Ferrari

A Marea abbiamo rivolto alcune domande.

Perché, secondo te, la lingua francese si presta più di altre a trasmettere sentimenti così delicati come l’amore?

Provo una passione smisurata per la Francia, pertanto rischio di sembrare sempre un po’ di parte. Non ho una risposta razionale alla tua domanda, tuttavia, credo che, molto probabilmente, quella particolare sonorità vada a toccare e smuovere “corde” che -forse- non pensavamo di possedere. Esistono brani nati in francese che mi hanno incantata ma che, ascoltati nelle versioni in lingue diverse, non ho trovato altrettanto magici.

Quale tra le canzoni francesi d’amore più famose del passato ti piace di più? E qual è l’interprete che più ti piace?

Senza ombra di dubbio “Paris au mois d’aout” interpretata da Charles Aznavour. Tra gli interpreti che adoro, sicuramente lo stesso Aznavour e il più attuale Gims (Maitre Gims): li trovo entrambi strepitosi.

Tu ti definisci un’inguaribile romantica. Cosa è per te il romanticismo? Qualcosa che si oppone a una visione razionale della vita o l’esaltazione dei sentimenti e delle passioni? O altro ancora?

Il termine trae le proprie origini dalla parola “romanzesco”, cioè non reale. Nonostante io mi reputi una persona razionale e concreta, è altrettanto vero che spesso amo rifugiarmi in quello che mi piace definire il mio mondo parallelo, fatto di melodie e popolato da personaggi immaginari, alcuni dei quali oggi conosciuti da coloro che hanno letto i miei romanzi. Romantico è un modo di essere grazie al quale ci si può emozionare sulle note di un brano, guardando un tramonto o, semplicemente, rimanendo incantati dal moto perpetuo delle onde del mare senza, per questo, sentirsi ridicoli.

Tu sei anche una scrittrice di successo. Che differenza c’è tra la scrittura musicale e quella per un romanzo?

Credo nessuna, almeno per quanto mi riguarda. Si tratta di due forme di espressione simili che nascono dalla stessa anima.

Ringraziamo Marea per la disponibilità e ascoltiamo la sua canzone.

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