Guai a commettere l’errore, adesso che non sono in primo piano, di trascurare le gambe. I mesi critici per la formazione e il peggioramento dei disturbi venosi sono proprio quelli invernali.
Li chiamano “capillari”, ma il nome corretto è “teleangectasie”. All’inizio sono poche venuzze sulle gambe (generalmente sui polpacci, nella parte interna delle cosce o dietro il ginocchio) praticamente invisibili all’occhio di un osservatore poco attento. Poi le venuzze si moltiplicano un po’ su tutte le gambe, fino a tracciare veri e propri arabeschi a forma di ventaglio, di ragnatele o di albero ramificato… Il loro colore è prevalentemente blu e la loro caratteristica più evidente – quella che preoccupa di più – è che sono antiestetiche, anzi decisamente brutte a vedersi, soprattutto in estate, naturalmente, quando non è possibile nasconderle sotto i pantaloni e le calze. Le teleangectasie colpiscono specialmente le donne (in alcuni casi già a partire dai trentanni) e dopo i 35 anni affliggono più del 60% delle appartenenti al gentil sesso. La loro comparsa coincide spesso con la prima gravidanza.
“Ma le venuzze disegnate sulle gambe non sono soltanto un problema estetico ed è assolutamente necessario conoscere i dati fondamentali del problema, afferma il Dottor Dario Tartaglini – Direttore Sanitario di BETAR MEDICAL, Centro Specializzato in Medicina Estetica a Milano, Centro che si avvale di tecnologie all’avanguardia per offrire prestazioni di alto livello che aggiunge: “Il termine medico significa letteralmente (dal greco) “dilatazione dei vasi sanguigni periferici”: non solo dei capillari, dunque, che rappresentano le estremità del sistema sanguigno, e non solo delle venuzze. Ma di tutte le piccole arterie e le piccole vene attraverso le quali scorre il 10% circa di tutto il nostro sangue. All’origine di questo disturbo sta una predisposizione individuale al cedimento delle pareti che formano i vasi sanguigni: arterie e vene perdono di elasticità e si rilasciano, ciò favorisce il ristagno del sangue e – poiché si tratta di vasi superficiali – il tutto risulta perfettamente visibile dall’esterno”.
Ma non sempre i vasi sanguigni sfiancati vanno eliminati: questa è la prima cosa da sapere. Vi sono casi, per esempio, nei quali la loro comparsa è legata a momenti specifici della vita ormonale della donna (gravidanza, menopausa, uso della pillola) e in queste circostanze sarebbe sbagliato intervenire. Inoltre, se i segnetti rossi e blu sono pochi o poco evidenti, “portarli via” sarebbe inutile o controproducente: i segni dell’intervento (le cicatrici sono sempre possibili, per qualsiasi medico e con qualsiasi metodo) potrebbero essere peggiori di quelli eliminati… Insomma, considerate con attenzione le caratteristiche delle diverse tecniche di cura, ma tenete presente che è opportuno – per rimettere a nuovo le gambe segnate e scoprirle poi senza timori – cominciare a intervenire in questo periodo per vedere i risultati con l’arrivo della bella stagione.
La scleroterapia
E’ il metodo più “antico”, ma i flebologi (gli specialisti delle vene) lo considerano tuttora come il più affidabile. Spiega Dario Tartaglini: “La metodologia consiste nell’iniettare, direttamente nelle vene o nelle arterie, con un ago sottilissimo (è più fine di quello usato per l’insulina) una soluzione mirata di “sclerosante”: cioè una sostanza chimica che causa un’infiammazione dei tessuti fino a “chiudere” completamente i vasi sanguigni sfiancati, anche quelli più grossi. La metodologia è indolore (si avverte al massimo un po’ di bruciore) e non ha controindicazioni. Ma deve essere eseguita con rigore: si deve procedere, per esempio sempre dalle teleangectasie blu a quelle rosse e dalle più grosse alle più piccole. I trattamenti richiedono almeno due settimane di distanza l’uno dall’altro e per avere dei risultati visibili servono dalle tre alle cinque sedute. Questa tecnica a migliora anche la circolazione sanguigna nelle gambe”. Con la scleroterapia, nei vasi sanguigni “chiusi” il sangue non scorre più e a poco a poco le loro pareti schiariscono fino a diventare invisibili riportando la gamba al suo colore naturale: non è quello che si voleva?
Il laser
Laser di nuova generazione curano con l’energia della luce i capillari e attraverso l’impulso di questo strumento è possibile cancellare gli arabeschi sulle gambe, senza danneggiare la cute. Sottolinea l’esperto: “Il trattamento tramite laser è sovrapponibile alla scleroterapia ben eseguita, ma non essendoci ago e mancando gli effetti collaterali, oltre che la possibilità di trattare vaste aree in poco tempo lo rende una metodica più moderna e sicura per eliminare l’inestetismo. Quando il laser colpisce la pelle, il paziente avverte una sensazione di calore, placata poi dal raffreddamento”.
Altri metodi
Se eseguite costantemente, altre terapie Medico Estetiche – che agiscono in modo diverso – costituiscono una valida prevenzione al problema dell’insufficienza venosa cronica, quali: pressoterapia, carbossiterapia e massaggi linfodrenanti.
La prevenzione
Prevenire le teleangectasie è piuttosto difficile. La stasi venosa non viene favorita soltanto da predisposizioni costituzionali, ma da abitudini di vita purtroppo molto diffuse. Spiega il Medico Estetico: “È opinione accreditata che si tratti di un problema costituzionale e per il quale non ci sono dei trattamenti preventivi. Sono però stati individuati dei fattori che lo possono accelerare. Come per esempio, l’assunzione della pillola, una gravidanza, disturbi ormonali, il fare poca attività fisica e lo stare in piedi molto”. Il Dottor Dario Tartaglinici suggerisce che cosa si può fare.
Muoversi molto. Restare troppo a lungo seduti oppure in piedi, ma senza muoversi è un grave fatto predisponente. E’ noto che il semplice fatto di camminare (così come il nuotare o il fare ginnastica) accelera o facilita la circolazione del sangue nei piedi e nelle gambe.
L’uso di calzature “naturali” e comode. Come non sono quelle con i tacchi alti. Da questo punto di vista, anzi, la cosa migliore da fare per mantenere in perfetta salute il sistema circolatorio degli arti inferiori, è di camminare spesso a piedi nudi. In casa è possibile farlo anche in inverno con un paio di calze di lana.
Prendere il sole con moderazione. Non nelle ore più calde del giorno e non troppo a lungo. E’ sbagliato ripararsi le gambe sotto un asciugamano: così facendo si rischia di aumentare la temperatura locale.
Bevande a base di erbe che favoriscono la circolazione. Tra le più indicate gli estratti di mirtillo e la centella asiatica.
E’ molto importante, infine, l’attenzione ai primi segnali di un eventuale ristagno di sangue: il senso di peso alle gambe, il prurito o il bruciore nelle ore serali o la frequente comparsa di lividi, possono essere il primo annuncio di una circolazione difettosa. Parlatene subito al vostro medico: se siete sicure che qualcosa non funziona come dovrebbe, anche l’adozione delle calze a compressione graduata risulta tra le misure preventive più efficaci.
Insomma, per concludere belle, ma delicate…Fondamentali per il fascino, cruciali per la salute: per le donne le gambe sono un punto nevralgico. Per mantenerle belle servono cure costanti ed attente. Le teleangectasie non sono un trattamento difficile, ma deve essere effettuato da medici esperti ed affidabili.
Info: Dottor Dario Tartaglini – Direttore Sanitario BETAR MEDICAL – Studio Polispecialistico di Medicina e Chirurgia – Via Melzi D’Eril, 26 – 20154 MILANO – Tel. 02/36684785/6 info@betarmedical.it – www.betarmedical.it