Aggiungiamo alcune puntualizzazioni sugli Umiliati, congregazione che già avevamo descritto in un nostro precedente articolo del 29 aprile.
In occasione delle lezioni di storia, alle scuole medie, ci veniva raccontato tutto sugli Umiliati, ma spesso ci ponevamo domande sull’origine di questa denominazione. Secondo alcune fonti, il termine risalirebbe al tempo delle sconfitte subite dal Barbarossa, quando i milanesi, dopo aver resistito per un anno al suo assedio, furono costretti alla resa.
I consoli e i nobili della nostra città, nel chiedere clemenza all’imperatore, si sentirono non solo frustrati ma anche “umiliati”. Secondo altre documentazioni, il tutto risalirebbe ai tempi di re Arduino (955 – 1015) e più precisamente quando Enrico II, proclamato imperatore da papa Benedetto VIII, decise di deportare in Germania un buon numero di nobili sconfitti.
Questi, ritrovatisi in più gruppi nella città di Bamberg, in Baviera, cercarono, impiegando i loro ultimi risparmi, nell’alleviare le sofferenze dei poveri. E quando essi tornarono a Milano, nel 1016, l’imperatore disse loro: “Eccovi davvero umiliati”.
Ma la frase andava interpretata in questo senso: avete conosciuto, fra tante sofferenze, il significato di “umiltà”. Imparate ora a farne virtù. Questi reduci iniziarono a lavorare la lana e a produrre alcuni tipi di tessuto, divenendo, nel corso di pochi anni, artigiani richiestissimi in questi settori.
Si stabilirono a Milano in una “braida”, denominazione di origine longobarda che significa “terreno”. Da Braida si giungerà poi al nome di Brera, ove nei secoli futuri sorgerà la nota Accademia di Belle Arti.
Quando, nel 1201, la confraternita ottenne l’approvazione papale, si poterono distinguere in essi tre ordini: a) Umiliati che vivevano in case con le loro famiglie. b) Frati laici e suore laiche che alloggiavano in chiostri separati. c) Frati consacrati e suore religiose. Tutti acquistarono sempre più notorietà e spesso venivano chiamati da altre città per l’insegnamento di certe regole nell’ambito tessile.
I guadagni si facevano sempre più cospicui. Si acquistavano terre, è vero, ma una parte dei loro introiti si riversavano tra le famiglie più bisognose. Purtroppo, le molte ricchezze tendevano a ridimensionare la loro…originaria umiltà, tanto che diverse notizie relative al loro lusso, all’ozio, alla buona tavola, con il contorno di alcuni scandali, arrivarono ben presto a Roma. Correva l’anno 1571.
Il pontefice, sentito anche il parere del cardinale Carlo Borromeo, decise di sciogliere, a tutti gli effetti, la congregazione degli Umiliati.