di Donatella Swift
All’inizio di ogni anno scolastico si sente parlare, come ovviamente anche per altri settori, della Legge Finanziaria, con un occhio particolare al budget di cui le scuole potranno usufruire. Da tanti, troppi anni però se c’è un settore in cui si fa fatica a tenere il passo, ed i conti, è proprio quello dell’Istruzione, perché se c’è da tagliare in genere si taglia su Scuola e Sanità, con tutti i problemi che ne conseguono.
Non è dunque un caso se il neo ministro Bussetti abbia voluto in qualche modo mettere a tacere i rumori secondo cui anche per quest’anno le scuole subiranno tagli, precisando che verranno fatti dei risparmi. Da capire è in quali comparti.
Queste le dichiarazioni del Ministro: “Questo non è un taglio al settore scolastico, ma un risparmio, conseguenza di un cambiamento annunciato da tempo. Potrà essere reinvestito nel settore scolastico o contribuire a finanziare le altre misure del Governo”.
È anche vero che sembra che per quest’anno il sistema educativo potrà disporre di 100 milioni di euro in meno, il che spiega – ad esempio – la difficoltà a reperire anche moltissimi insegnanti di sostegno.
Il valore perso è fornito sulla base del ridimensionamento della Alternanza Scuola Lavoro (che il Ministro aveva per altro sempre annunciato) che consiste nell’abbassare il numero minimo delle ore previste, lasciando libertà ad ogni scuola di poterlo aumentare. Il monte ore minimo diventerà di 90 per i liceali, 150 per gli studenti dei tecnici e 180 per gli iscritti al professionale.
Inoltre dovrebbero arrivare altri “risparmi” provenienti dai “fondi non spesi” destinati alle attività scolastiche. Immediate si sono levate le proteste, al punto che in settimana sono previste due manifestazioni nazionali contro la manovra. Ad astenersi dal lavoro saranno, mercoledì 10, i precari degli enti di ricerca, mentre due giorni dopo, il 12 ottobre è prevista una manifestazione gli studenti.