di Stefania Bortolotti
É probabile che tanti cibi che si amano e che si pensa di non dover mangiare non siano affatto nocivi per noi stessi, che non ci facciano ingrassare e che ci allunghino la vita. É quello che hanno dimostrato i dottori Eran Segal ed Eran Elinav, entrambi ricercatori del prestigioso Istituto Weizmann in Israele, al termine di uno degli studi più ampi fatti in tema di alimentazione. Ed è per questo motivo che quando hanno pubblicato i risultati delle loro rivoluzionarie ricerche sulla nutrizione personalizzata, hanno subito attirato l’attenzione dei media e del mondo scientifico. I loro studi dimostrano che gli individui reagiscono in maniera differente agli stessi alimenti, così ciò che può risultare salutare per qualcuno, può essere dannoso per qualcun altro.
Gli elementi che condizionano il modo di assorbire i cibi non sono solo i geni o lo stress, ma, per esempio, anche i trilioni di batteri che compongono il microbioma intestinale. Monitorare gli effetti degli alimenti sul nostro organismo è possibile attraverso la misurazione dei livelli di zuccheri nel sangue. E questa è stata l’idea da cui sono partiti Segal ed Elinav. Più si alza la glicemia più è favorito l’aumento di peso e la sensazione di fame. I partecipanti alla ricerca hanno evidenziato reazioni molto diverse rispetto agli stessi cibi, a volte addirittura opposte. Per alcuni la glicemia si impennava mangiando sushi o una mela, per altri rimaneva immutata anche dopo una coppa di gelato. Tramite la messa a punto di un algoritmo i due scienziati sono riusciti a determinare per ogni individuo gli alimenti favorevoli e quelli sconsigliati, e a formulare una dieta personalizzata ottimizzando la scelta dei cibi in base alle risposte glicemiche.
La dieta su misura spiega al lettore le basi scientifiche della loro scoperta, offre gli strumenti per organizzare una dieta e uno stile di vita personalizzati e lo accompagna in un percorso che gli consente di perdere peso, migliorare il proprio stato di salute e prevenire le malattie croniche, cibandosi solo di ciò che è giusto per lui.
I punti principali del libro?
- come e perché le attuali linee guida alimentari e le indicazioni dietetiche attualmente disponibili non possono essere considerate attendibili
- quali sono le motivazioni scientifiche della perdita di salute nel mondo occidentale
- quanto è importante il microbiota
- come funziona lo zucchero nel sangue
- come utilizzare un semplice glucometro per monitorare la risposta personale al cibo
- come manipolare i livelli di zucchero nel sangue con piccoli accorgimenti alimentari o legati allo stile di vita
- come creare una dieta individuale e su misura, e come personalizzare i pasti.
Capendo come il corpo reagisce al cibo, con questo metodo è possibile calibrare la dieta per avere più energia, per ridurre il rischio di ammalarsi e per dimagrire.
5 CONSIGLI PER TENERE SOTTO CONTROLLO LA GLICEMIA E MIGLIORARE L’ATTIVITÀ DEL MICROBIOTA
La dieta è uno degli elementi più importanti che influiscono sulla glicemia e sull’attività del microbiota. Accanto alle scelte alimentari, sane regole di vita si sono dimostrate utili sulla regolazione dei livelli di glucosio nel sangue e sulla composizione della flora batterica intestinale.
Mangiare di meno e variare l’alimentazione
Un picco glicemico potrebbe essere causato dall’entità della porzione e non dall’alimento in quanto tale, pertanto è bene seguire il principio della moderazione e del mangiare variato per tutti gli alimenti. Aumentare la durata del pasto, inoltre, può ridurre l’aumento glicemico.
Fare attività fisica
Alcuni studi fanno ipotizzare che anche l’esercizio fisico possa avere un’azione favorevole sulla composizione della flora batterica intestinale e un’influenza positiva sulle risposte glicemiche.
Aumentare il consumo di fibre
Chi consuma più fibre, contenute soprattutto negli alimenti di origine vegetale (frutta, verdura, cereali, legumi…), tende ad avere una maggiore diversificazione del microbiota rispetto a chi ne consuma poche. Questa differenza può essere parzialmente recuperata aumentando nella dieta l’apporto di fibre, sostanze che si sono dimostrate utili anche nel controllo della glicemia.
Aggiungere la giusta quantità di grassi all’interno di un pasto o di un alimento
Unire alimenti contenenti grassi (avocado, semi oleosi o frutta secca a guscio come noci o nocciole, una noce di burro…) a cibi a base di carboidrati può ridurre la risposta glicemica post prandiale.
Dormire bene e allontanare lo stress
Una buona qualità e durata del sonno, in particolare nelle notturne, ha effetti positivi sul microbiota e sulle risposte glicemiche post prandiali. Al contrario del super lavoro a cui spesso siamo sottoposti: studi scientifici hanno dimostrato un’associazione tra stress e livelli glicemici elevati. Respirazione profonda, esercizi di rilassamento e meditazione si sono rivelate discipline efficaci per ridurre i valori della glicemia.