di Stefania Bortolotti
Può essere piccolo per natura o essersi svuotato dopo una gravidanza o una dieta drastica, o ancora può essere da perfezionare dopo una mastoplastica additiva o un piccolo intervento oncologico. La soluzione meno invasiva per un seno più florido? Il lipofilling con il grasso autologo.
Si tratta di un cambio di direzione importante quello che sta avvenendo nel mondo della medicina estetica. Secondo un recente studio, infatti, il 70% dei chirurghi plastici americani ha usato qualche forma di impianto di grasso della paziente per gli interventi al seno, sia ricostruttivi che estetici. E in Italia? Da un recente sondaggio su come conquistare un décolleté a prova di scollatura, le intervistate hanno dimostrato di essere al corrente del fatto che per ottenere buoni risultati l’impegno deve essere a tutto tondo. Bisogna prima individuare il problema, poi intervenire in modo incisivo e costante, che è anche la miglior assicurazione di successo. A questo proposito, il lipofilling sta sempre più conquistando le pazienti che desiderano “un seno alto”. Ma perché questa parte del corpo perde tono? La colpa è della forza di gravità che trascina verso il basso una parte che, per natura, è sostenuta solo da una pelle sottile. Poi ci sono le gravidanze e l’allattamento, le diete, la mancanza di allenamento e il passare del tempo.
Vediamo, allora, come avviene il lipofilling, praticato sia come tecnica ricostruttiva, sia per perfezionare il risultato di una mastoplastica additiva. Si tratta di una metodica che tre quarti dei medici estetici oggi preferiscono utilizzare proprio per i vantaggi e i risultati che offre.
“Il grasso autologo viene prelevato dall’addome, dalle cosce o dai glutei – nelle zone dove è maggiormente localizzato – della paziente stessa (in anestesia locale) con una piccola cannula da liposuzione. Il grasso, trattato con una particolare forma di centrifugazione, o in alternativa decantato, purificato ed eventualmente arricchito con fattori di crescita tissutali provenienti dalle piastrine e con una concentrazione di cellule staminali della paziente stessa, viene poi reinserito nel seno utilizzandolo alla stregua di un filler riempitivo” – spiega il Dottor Mario Goisis, Direttore Scientifico di Doctor’s Equipe, un team di professionisti in Medicina Estetica. E aggiunge: “Il lipofilling è un intervento soft, utile sia per ricostruire parte di una mammella danneggiata, sia per dare volume senza usare protesi. Il risultato? Un seno più naturale e meno soggetto a rischi di rigetto o effetti collaterali. Il grasso autologo viene usato anche per aumentare i volumi del viso, come gli zigomi e il mento e anche per riempire depressioni cutanee e rughe profonde come i solchi naso-genieni. “
In particolare, nella chirurgia del seno, il grasso può essere usato come complemento e perfezionamento di un intervento di protesi per rendere più morbidi i contorni, rimpolpare svuotamenti della parte superiore del seno e riempire zone delimitate come l’asportazione di quadranti della mammella a causa di un tumore, tecnica scelta dalla maggior parte delle pazienti operate.
“Un impianto di grasso autologo – continua Goisis – non essendo una metodica invasiva, rappresenta un’ottima alternativa per le donne che hanno subito un intervento al seno e che hanno solitamente esigenze psicologiche e meno estetiche, ma desiderano tornare a sentirsi “donne complete” per se stesse, ma anche per i loro partner”.
Sono necessarie più sedute per completare il processo di riempimento, ma dopo sei/otto mesi, l’aumento di volume è stabile e molto naturale. Il grasso autologo come le altre tecniche ha vantaggi e limiti, ma nel caso della ricostruzione ha il vantaggio di non presentare – come accennato – alcun rischio di rigetto e quindi di rappresentare una alternativa molto sicura che, per essere gradevole, deve essere eseguita da specialisti esperti in questo tipo di impianto per garantire un buon risultato in termini di bellezza.
“Il limite dell’intervento con questo straordinario, ma delicato materiale biologico, è che assicura solo aumenti di taglia moderata (intorno ai 180-220 cc di “grasso”). Una metodica che non si può effettuare nelle donne magre con scarsi depositi di grasso”, conclude il Dottor Goisis.
Il Dottor Mario Goisis e i professionisti di Doctor’s Equipe sono a disposizione per consigliare la soluzione ottimale al problema da risolvere e visitano nelle seguenti città:
Milano – Via Carducci, 19 – Sede centrale
Lodi – Via Secondo Cremonesi, 17
Torino – Via Madama Cristina, 6
Asti – Corso Alfieri, 177
Genova – Via Fieschi, 10
Sanremo – Via Francia, 2
Bologna – Via Santo Stefano, 130
Roma – Via Flaminia, 217
Palermo – Via Ruggero Settimo, 11 – Bagheria
Info: www.mariogoisis.net – www.doctorsequipe.it
Tel. 199201084 – 02/39990110