di U.P.
Il Presidente Anief Marcello Pacifico respinge con forza la proposta che vorrebbe portare l’orario di servizio dei docenti a 36 ore, cancellare quasi mezzo milione di precari delle graduatorie d’Istituto che hanno appena rinnovato le graduatorie d’Istituto, ridurre gli anni di scuola superiore da 5 a 4: più che un rinnovo di contratto, il milione di lavoratori della scuola sembrerebbe travolto da uno tsunami di novità peggiorative.
Qual è l’errore del Ministero ? Non tiene conto del lavoro oscuro dei docenti: colloqui con i genitori, riunioni con i colleghi, compilazione dei registri, stesura di relazioni e programmazioni e progetti, preparazione delle lezioni, correzioni dei compiti degli alunni.
Il presidente Marcello Pacifico aggiunge: “Così ci si allontana sempre più dall’Ue e si incrementa la disoccupazione intellettuale e giovanile. Siamo di fronte ad un’operazione immotivata: più indagini, nazionali ed internazionali, hanno dimostrato che i nostri docenti lavorano alla pari, se non più, dei colleghi degli altri Paesi avanzati: basta dire che sono impegnati 39 settimane rispetto alle 38 OCDE, 175 giorni rispetto ai 185 OCDE.
I contenuti della imminente legge delega e che il Governo avrebbe intenzione di approvare prima della pausa estiva, prevede “premi stipendiali fino al 30 per cento per i docenti impegnati in ruoli organizzativi (vicepresidi, docenti senior) o attività specializzate (lingue e informatica). In cambio il ministero chiede agli insegnanti una maggiore disponibilità: più ore a scuole per un periodo più lungo“.
Premesso che non è ancora chiaro se l’aumento delle ore di servizio avvenga a costo zero oppure comporti un incremento stipendiale, come logica vorrebbe, Anief reputa assurdo che si imponga al personale scolastico di lavorare di più a queste condizioni: un tale trattamento, tra l’altro deciso in modo unilaterale, allontanerebbe ancora di più l’istruzione italiana da quella europea. E incrementerebbe la già alta disoccupazione tra i giovani laureati.
“Già oggi un insegnante può dare disponibilità a svolgere fino a 6 ore in più di supplenza – spiega Marcello Pacifico -, oltre le quali deve necessariamente subentrare quel supplente che di punto in bianco si vorrebbe ora far sparire. Ma soprattutto non si capisce perché debba essere esteso l’orario di servizio dei docenti della scuola italiana dal momento che più indagini, nazionali ed internazionali, hanno dimostrato che lavorano alla pari, se non più, dei colleghi degli altri Paesi avanzati“.
“Temiamo – dice ancora Pacifico – che il progetto del Miur sia ancora una volta quello di incrementare il Fondo di istituto attraverso delle modalità che non hanno fondamento, né da un punto di vista professionale né, tantomeno, pedagogico-formativo. In un colpo solo, poi, si vorrebbe risolvere il problema del precariato, anziché attraverso la stabilizzazione, con la sua soppressione. Come se dietro non vi fossero aspiranti docenti in carne e ossa“.
“Viene infine da chiedersi, poi, come si fa a presentare una proposta del genere, dal momento che tutti gli insegnanti hanno di fatto lo stipendio fermo dal 2009 e corroso da un’inflazione che ha corso per più di 4 punti percentuali, facendo perdere per strada uno stipendio l’anno? E con i nostri insegnanti delle superiori che a fine carriera, sempre per rimanere all’area Ocde, guadagnano il 30% in meno, pari – conclude Pacifico – a quasi 8mila euro l’anno?”.