lunedì, Dicembre 9, 2024
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IL TEATRO DAL VERME

Carlo Radollovich

Assai curiosa l’origine di questo storico teatro, successivamente adattato per potervi rappresentare opere liriche.

Curiosa perché, all’incirca sulla stessa area, sorgeva un’ampia costruzione in legno, costruita nel 1864 da un certo Gaetano Ciniselli, noto cavallerizzo dell’epoca,  che lo battezzò “Circo Ciniselli”. Qui, oltre agli spettacoli equestri graditissimi da parte del pubblico, si svolgevano anche gare di volteggio, acrobazie varie e si recitavano farse e commedie leggere.

Il Ciniselli, unitamente alla moglie Guglielmina, era conosciuto anche all’estero: basti pensare che egli, con tutti i suoi collaboratori, si recava almeno una volta all’anno a San Pietroburgo per esibirsi davanti allo zar in un locale messogli appositamente a disposizione. Ma anche il Vittorio Emanuele II lo teneva in buona considerazione, tanto che gli affidava spesso alcuni suoi cavalli per opportuno addestramento.

Questa costruzione in legno, piuttosto rozza all’esterno, veniva data saltuariamente in affitto ad alcune compagnie drammatiche, tra cui la Dondini e la Bellotti Bon.

Nel 1866, il teatro, che alcuni chiamavano la “grande baracca”, venne in parte ristrutturato e lo resero pure idoneo per la rappresentazione di spettacoli culturali, battezzandolo “Politeama”.

E il “Politeama” venne subito apprezzato da molti milanesi, perché qui si sentivano liberi nel muoversi senza la costrizione del palco. Infatti, potevano girare le sedie come meglio gradivano, era concesso fumare e persino discutere a piacere con i vicini di posto. Insomma, regnava un po’ di confusione in platea…

Furono rappresentate diverse opere come il Barbiere di Siviglia di Rossini, I Masnadieri di Verdi e Tutti in maschera, il capolavoro di Carlo Pedrotti.

Ma in una Milano che, nelle vie centrali, stava sempre più assumendo caratteristiche signorili, quel teatro di foggia non certo raffinata anche se abbellito all’interno, non andava più a genio.

La svolta “rinnovatrice” avvenne grazie al conte Dal Verme, il quale, scartate le troppo esose richieste dei coniugi Ciniselli, ottenne dal Comune di poter erigere lì accanto un teatro a suo nome.

La grande sala, opera dell’architetto Giuseppe Pestagalli, capace di ospitare tremila spettatori, venne inaugurata nel settembre 1872. Per la sua vastità, eleganza e signorilità, i milanesi apprezzarono molto il “Dal Verme”, teatro che per molti anni vantò autentici primati negli spettacoli lirici (venivano rappresentate opere nazionali ed anche estere). Si esibirono i più noti cantanti, famosi direttori d’orchestra (vedi Arturo Toscanini), senza contare che proprio qui ottennero primi grandi successi le opere LeVilli (1984) di Giacomo Puccini e Pagliacci (1892) di Ruggero Leoncavallo.

Nel 1930, il “Dal Verme” venne acquistato dalla società Suini & Zerboni e contemporaneamente adattato a cinematografo. Nel 1943 venne purtroppo distrutto dai bombardamenti, ma risorse ben presto, nel 1946, ancora come cinematografo.

Venne acquistato da Palazzo Marino nel 1981 e a cavallo degli anni Novecento/ Duemila, venne riadattato a sala concerti. L’inaugurazione avvenne nel 2001.

Oggi è sede della Fondazione Pomeriggi Musicali.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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